(Adnkronos) – Incendio a Malagrotta? “Era scritto e scontato finisse così, è come se un fiasco lo riempi di vino oltre il dovuto, alla fine il vino esce, e questo è quello che è successo nell’impianto di Malagrotta”. All’Adnkronos parla Manlio Cerroni, storico imprenditore dell’immondizia romana, già finito per anni sotto processo e sempre uscito indenne dalle inchieste.
“Per l’incendio a Malagrotta già sento dire Cerroni di qua, Cerroni di là. Chiariamo subito che Cerroni non c’entra niente dal 21 settembre 2018 allorquando l’amministratore giudiziario mi faceva presente per iscritto di non presentarmi agli ingressi perché sarei stato messo alla porta evitandomi così una figuraccia epocale. Scrisse proprio così. Quindi io, Manlio Cerroni, con Malagrotta non c’entro più niente dal 2018, che sia chiaro a tutti”.
Roma ha paura, teme avvelenamenti da diossina. “E’ molto grave quanto è accaduto. Gravissimo. Se fosse capitato quando c’ero io – dice Cerroni all’Adnkronos – tempo qualche ora ed ero già in carcere insieme a tutti i miei collaboratori. Ma siccome ha tutto in mano l’amministratore pubblico, che di queste cose capisce infinitamente meno del privato, amen. Capisco che la gente abbia paura, ma la gestione folle dell’immondizia a Roma è una cosa che si trascina da anni”.
Cerroni è scettico sull’ipotesi dolosa. “Non ci credo, o meglio, diciamo così: non ci voglio credere. Poi certo può succedere di tutto, ma non ci voglio neanche pensare. A parer mio – spiega il re dei rifiuti all’Adnkronos – l’ipotesi del fiasco riempito anche quando era ormai strapieno, è l’unica plausibile. Le cose, ripeto, vanno gestite con competenza, professionalità e attenzione, ed è chiaro che questi tre dettagli non fanno al caso di Malagrotta. E poi sento dire cose folli sulla discarica che ha preso fuoco: la discarica non funziona più dal 2013, qui sono gli impianti gestiti male, la roba non va fuori come dovrebbe andare, per salvare Roma solo all’estero puoi mandare i rifiuti”.
“Quando sovraccarichi gli impianti di molta più roba prevista – continua – quell’impianto scoppia ed è normale che poi possa accadere quel che è accaduto visto che il cdr è altamente infiammabile se non è trattato come si deve. Li avranno stoccati male? Ne avranno stoccati più di quanti potevano? Non lo so. Comunque è roba incredibile”.
E adesso? “Adesso si devono svegliare, tutti. A Roma mancano 900 tonnellate di rifiuti al giorno che devono essere mandate lontano dalla Capitale. Se serve il termovalorizzatore di Gualtieri? Serve, certo che serve. Ma servirebbe ben altro: ho scritto decine, centinaia di lettere. Ho messo in guardia tutti da anni, ma siccome io sono Cerroni (che per inciso è stato assolto da tutto) nessuno mi risponde. Con me queste cose non succedevano, non sono mai successe. Ora che è potenzialmente a rischio la vita dei cittadini, vediamo se qualcuno si sveglia”.
(di Silvia Mancinelli)