Incendio a Milano, Regione e Comune attivano una task-force

    Dopo l’incendio scoppiato alle porte di Milano, in un deposito abusivo di rifiuti di via Chiasserini, comune e Regione hanno predisposto l’intervento di un gruppo di esperti per indagare le cause della vicenda ed elaborare una soluzione concreta. La città è infatti da giorni preda del cattivo odore e degli agenti potenzialmente nocivi che circolano nell’area. Sono intervenuti sul posto l’assessore all’Ambiente della Lombardia Raffaele Cattaneo, quello del Comune Marco Granelli, la vicesindaco Anna Scavuzzo, insieme ai rappresentanti dell’Ats di Milano, dell’Arpa Lombardia, dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile comunale. La soglia di attenzione, da parte di tutti gli enti interessati, è molto alta anche e soprattuttto in considerazione del fatto dei fumi e dei cattivi odori prodotti dall’incendio. Stamattina anche in quartieri distanti dal luogo dell’incendio come Giambellino, Pagano e Solari si avvertiva una cappa maleodorante.
    “E’ chiaro che l’odore c’è”, ha dichiarato l’assessore Granelli, “e sappiamo anche che quando brucia la plastica si produce diossina, quindi meno tempo di esposizione c’è e meglio è per tutti”. Nessun allarme, per ora, ma il rischio di psicosi inizia serpeggiare tra i milanesi: molti, nelle ultime ore, sono andati in farmacia a fare scorta di mascherine.
    Come spiega Arpa, l’agenzia di protezione per l’ambiente, è sempre il vento che soffia da nord est e spinge gli odori altrove il responsabile di queste ondate maleodoranti che vanno e vengono. Ed é molto possibile che accada lo stesso nei prossimi giorni. Difatti “non si attendono variazioni di rilievo rispetto alla condizione attuale, prevarranno condizioni di calma di vento” dicono le previsioni meteo diffuse sempre da Arpa. Quindi, “le capacità dispersive dell’atmosfera risulteranno pertanto molto limitate e prevarrà una condizione di ristagno della massa d’aria al suolo”. Del resto il rogo alla Bovisasca, dove erano stoccati 16mila metri cubi di rifiuti, non è ancora del tutto spento: il capannone sta ancora fumando parecchio. Una squadra di tecnici Arpa si sta recando sul posto per continuare a monitorare l’emergenza in corso finora non sono stati rilevati inquinanti pericolosi dai rilievi ma nuovi risultati sono attesi per oggi, giovedì. Proprio per via della direzione dei venti, le prime segnalazioni sono partite ieri: oltre alla puzza, infatti, le persone segnalavano anche bruciori a gola e occhi. Le autorità e il sindaco Sala, comunque, continuano a ripetere che il fumo non è pericoloso per la salute ma raccomandano ancora ai cittadini “di tenere le finestre chiuse il più possibile e cercare di evitare di stare all’aperto”.
    Sul caso del maxi rogo sta indagando anche la Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e che è competente sul reato di traffico illecito di rifiuti.