Nell’ambito della letteratura che racchiude la casistica dei decessi relativi al coronavirus, il mondo del lavoro purtroppo si distingue in maniera sempre più preminente.
A rivelarlo è l’VIII report nazionale stilato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, che ha preso in esame tutti i casi di contagi e decessi, registrati in 19 regioni del Paese, e nelle due province autonome di Trento e Bolzano.
Intanto i contagi sul lavoro che, al 31 agosto, rispetto al 31 luglio, secondo quanto pervenuto all’inali sono stati 846 (sui 52.209 totali, registrati dall’inizio dell’emergenza), una cifra importante, considerando che – dati del ministero della Salute alla mano – da sola rappresenta il 19,4 del numero complessivo degli italiani contagiati. La cosa più inquietante poi, è che per il 71,3% di questi si tratta di donne con un’età media di 47 anni.
Se ci addentra poi nei casi di mortalità, l’Inail spiega che i 303 casi sin qui denunciati, rappresentano un terzo dei decessi censiti dall’inizio dell’anno e che, nell’ambito della casistica nazionale relativa alle vittime del coronavirus, al 31 agosto rappresentano lo 0,9%.
Mediamente, fra quanti deceduti in seguito al contagio sul luogo di lavoro, i 27 censiti tra luglio ed agosto erano per lo più uomini (l’83,8%), per un’età media compresa fra 50-64 anni (69,3%), quindi gli over 64 (19,8%).
Se andiamo poi a leggere i dati regionali beh, inevitabilmente, perfettamente in linea con il drammatico trend sul numero dei contagi, è la Lombardia a detenere il primato negativo. Non a caso infatti, qui spicca il 36% di tutti i casi nazionali di contagio sul lavoro e, purtroppo, ben il 42,6% dei decessi.
Fra le province, dopo Milano (11,0%), ecco Torino (7,9%), Brescia (5,5%), e Bergamo (4,7%) che, alla luce dei 37 decessi censiti (il 12,2% del totale), si colloca in testa alle province che hanno registrato più casi mortali.
Le premesse non lasciano dubbi: l’analisi territoriale rivela che otto denunce di avvenuto contagio sul luogo di lavoro su 10, sono per lo più concentrate nel Nord Italia. Nello specifico, il 56,1% è stato censito nel Nord-Ovest mentre, il 24,2%, nel Nord-Est. Meno forte la percentuale, se ci si dirige verso il Centro (11,9%), il Sud (5,7%), e le Isole (2,1%).
Quale categoria professionale è a maggior rischio, la risposta è a dir poco scontata: quella relativa ai tecnici della salute, che da sola rappresenta il 39,7% dei contagi denunciati sul lavoro.
Nello specifico, oltre l’83% è ad appannaggio della categoria degli infermieri, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,9%), dai medici (10,2%), e dagli operatori socio-assistenziali (8,9%). A seguire, il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliari, portantini, barellieri, ecc. 4,8%), gli impiegati amministrativi (3,1%), gli addetti ai servizi di pulizia (1,9%) e, in coda, i dirigenti sanitari (1,0%).
Max