Indiscutibilmente ‘brillante’ imprenditore, ed oggi politico navigato – con abbastanza esperienza a livello internazionale – pur figurando all’opposizione, in queste difficili settimane di ‘gestazione’ di un piano di rilancio tutto da valutare, Silvio Berlusconi ha preferito mantenere un profilo basso, badando più alla sostanza dei fatti che alle chiacchiere. Ed oggi infatti, a ‘tu per tu’ con Antonio Di Bella, direttore di Rainews 24, ha affermato che, a livello europeo, “l’Italia rischia di pagare cara la scarsa credibilità di questa maggioranza e di questo governo“.
Intanto, ha tenuto subito a precisare il Cavaliere, ”Il recovery fund è assolutamente essenziale perché l’Italia possa riprendersi dalla crisi. La proposta della Commissione europea è perfetta per le esigenze dell’Italia. E’ essenziale che non venga modificata, la nostra posizione non si difende con una sfida muscolare con l’Europa, che non saremmo in grado neppure di reggere”. Semmai, ha quindi spiegato, ”La nostra posizione si difende costruendo buoni rapporti personali, alleanze e convergenze di interesse, come hanno sempre fatto in passato i miei governi. Il problema è che il governo Conte delle quattro sinistre in Europa non ha credibilità, è considerato debole senza autorevolezza“.
Quindi il leader di Forza Italia ribadisce: ”Continuo a spiegare a miei interlocutori in Europa, che oggi l’Italia ha assolutamente bisogno dell’aiuto dell’Europa, ma anche che l’Europa senza Italia o con l’Italia in default non avrebbe alcun futuro. Salvare l’Italia oggi significa salvare l’Europa, quindi sta all’Europa uscire tutti insieme dalla crisi o non ne uscirà davvero nessuno“.
Quindi, onde evitare ‘fraintendimenti’, Berlusconi tiene a precisare che “La nostra posizione è quella del Capo dello Stato, del governatore della Banca d’Italia, del presidente di Confindustria: bisogna mettere intorno a un tavolo le migliori risorse del Paese, quelle politiche, quelle dell’economia, quelle sindacali, quelle imprenditoriali, quelle della cultura, dell’università e insieme elaborare un piano per il futuro del Paese. Noi siamo a disposizione, il problema – fa notare il Cavaliere – è che la parola collaborare significa, anche nella sua etimologia latina, lavorare insieme. L’ascolto puramente formale delle indicazioni dell’opposizione mentre il governo continua a fare e a non fare senza tenerne conto, secondo le sue esigenze e i suoi precari equilibri interni, è un comportamento del tutto inadeguato alla gravità del momento“.
Riguardo poi la situazione interna al centrodestra, qui, ha spiegato Berlusconi, “le posizioni sono divaricate, sul Mes non è un mistero che la nostra visione sia diversa da quella dei nostri alleati. Mi sembra del resto che queste spaccature si ritrovino, amplificate, nella maggioranza di governo in tutte le occasioni e condizionino quindi pesantemente la vita pubblica italiana. E questo è assai grave perché noi abbiamo sempre saputo fare sintesi in una coalizione di centrodestra nella quale non siamo certamente tutti uguali, la maggioranza di governo invece barcolla, incapace di mantenere una linea di condotta coerente e questa debolezza in Europa la avvertono e ce la faranno pagare”.
Intanto si avvicinano le amministrative, e sul tavolo ci sono diversi nodi da sciogliere, partire dalle ‘intese’ sui candidati: “c’è stata diverso tempo fa, per cambiarla ci vogliono argomenti molto convincenti che ad oggi non sono stati messi in campo da nessuno – spiega il Cavaliere – Noi di Forza Italia siamo decisivi non solo per vincere ma anche per governare”. Altro nodo poi, quello riferito alla leadership dove, alla ‘guida’ del centrodestra, i nomi che al momento si sentono ‘girare’ con più frequenza sono Luca Zaia e Giorgia Meloni. Ma per ‘Silvio’ è un ‘problema’ minore: ”Quando andremo a votare e vinceremo indicheremo alla guida del governo il leader della forza politica che avrà ottenuto più voti. Oggi questa forza politica è certamente la Lega, non entro nelle loro dinamiche interne, tra alleati si usa così, consapevoli come siamo che la concorrenza leale all’interno del centrodestra ci fa soltanto bene, perché consente una crescita di tutta la coalizione. Se da qui al giorno del voto le cose dovessero cambiare, cambieremmo di conseguenza le nostre valutazioni”.
Max