Nel 2014 era il sindaco pentastellato più amato dItalia. Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, attuale coordinatore del Movimento e candidato governatore alle prossime elezioni regionali, aveva raggiunto oltre il 42% dei consensi. Ora la situazione si è però vertiginosamente rovesciata: Puddu è stato infatti condannato ad un anno di reclusione con laccusa di abuso dufficio. Immediato dunque il suo ritiro dalla competizione, come lui stesso ha annunciato.
La richieta è partita dal pm Marco Cocco, accolta poi dal Gup di Cagliari Roberto Cau. I fatti risalgono al 2015 quando tre consigliere pentastellate dissidenti, poi espulse, presentarono un esposto contro lallora sindaco, accusandolo di aver ideato una pianta organica del Comune di Assemini in modo tale da demansionare una dipendente – poi costituitasi parte civile – a vantaggio di altre due. Puddu – presente in aula al momento della sentenza – è uscito scosso. “E andata male, non me laspettavo”, ha commentato. Poi, sulla sua pagina facebook, ha comunicato il ritiro della candidatura a governatore della Regione sardegna. “Oggi è una giornata triste per me: il Tribunale di Cagliari mi ha condannato per abuso dufficio in riferimento ad una vicenda avvenuta quando ero sindaco di Assemini. La sentenza mi amareggia perchè io continuo a ritenere di avere fatto il mio dovere, nellesclusivo interesse dei cittadini. Nonostante la condanna sia di natura ben diversa da quelle cui siamo stati (ahinoi) abituati vedendo in questi anni chi ci amministra e chi ci governa, è però fondamentale levare immediatamente da ogni imbarazzo la forza politica che amo e in cui credo fortemente. Per cui, ancora prima e a prescindere dalle regole del Movimento, faccio un passo di lato, ritirando la mia candidatura alla presidenza della Regione. Ciò mi provoca un grande dispiacere e dolore”.
Puddu aveva chiesto il rito abbreviato. Le motivazioni della sentenza arriveranno entro 90 giorni. Secondo quanto ricostruito dallaccusa, nei mesi successivi al suo insediamento in municipio Puddu, per rivedere lorganico dellamministrazione, aveva deciso di avvalersi dei suggerimenti dellavvocato Murtas, legale amministrativista e con un passato vicino al Pd. Due funzionarie comunali, fra le quali la moglie di Murtas, erano state scelte per ruoli di responsabilità, a scapito – secondo laccusa – di una terza che ha scelto di costituirsi parte civile nel procedimento contro lex sindaco, cui alle elezioni del giugno scorso è subentrata Sabrina Licheri (M5S).