Il futuro della chirurgia è sempre più nella mani delle donne. “Sono più capaci e più caparbie degli uomini” dice all’Adnkronos Salute Antonio Brescia, docente di Chirurgia generale della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, e presidente della quinta edizione del ‘Digestive Surgery – surgeon between soul and robot’ che si svolgerà a Roma dal 2 al 4 dicembre. “Nei prossimi anni ci saranno in Italia sempre più chirurghe, lo vedo anche nella mia attività dove su 27 specializzandi 22 sono donne”. “C’è Micaela Piccoli, bravissima chirurga e direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale, d’Urgenza e nuove tecnologie dell’Aou di Modena – ricorda Brescia – Oppure Cecilia Menna, dell’Aou S.Andrea di Roma, che ha realizzato complesse operazioni di chirurgia toracica e ha realizzato il primo trapianto di trachea in Italia”.
Il congresso ha in programma venerdì 3 dicembre una sessione dedicata alle donne in sanità, ‘Leadership femminile e sanità: dal parlarne al proporre soluzioni’, che vede come moderatrice proprio Micaela Piccoli. Ma l’evento porta nella Capitale anche i migliori chirurghi internazionali. “Il ‘chirurgo tra anima e robot’ è il tema di questo congresso, che evidenzia come nel momento tragico della pandemia la tecnologia ha aiutato tutti noi a rimanere in contatto, ma ci ricorca anche come per noi il malato è al centro delle cure e del Ssn – evidenzia Brescia, direttore dell’Unità operativa di week-day surgery al Policlinico S.Andrea di Roma- Quando usiamo tecnologie avanzatissime lo facciamo pensando al bene del paziente. Avremo colleghi americani e asiatici che porteranno le loro esperienze in tanti campi dalla chirurgia oncologica dello stomaca, all’esofago, al colon-retto, fegato e pancreas”.
L’evento prevedete anche una sessione per i giovani chirurghi “che purtroppo sono sempre meno”, avverte Brescia che lancia un allarme sulla specializzazione. “Temo che nessuno vorrà fare più il chirurgo, io ho 67 anni e oggi sono stato tutto il giorno in sala operatoria – rimarca – tra denunce e medicina difensiva il lavoro sta diventando molto difficile. Una volta la chirurgia la faceva da padrona nelle specializzazione, oggi non è più cosi molti medici non vogliono tenere il bisturi in mano”.