“Tra decreti legislativi, leggi, norme, codici etici e regolamenti aziendali, il lavoro dei medici e degli operatori sanitari è diventato una corsa a ostacoli. Non a caso negli ultimi anni, e ancora di più con l’emergenza Covid, si è verificato un vero e proprio boom di procedimenti e sanzioni a carico dei sanitari, con conseguenze più o meno gravi sulla loro carriera e, in alcuni casi, anche sulla qualità delle prestazioni che diventano eccessivamente ‘prudenti'”. Lo rileva Consulcesi in occasione del webinar ‘Conseguenze disciplinari della responsabilità sanitaria’, organizzato da Consulcesi & Partners (C&P) per aiutare gli operatori a orientarsi “in questo caos normativo e in questa giungla di sanzioni”. Ai sanitari gli esperti offrono anche una guida “per prevenire e prepararsi a eventuali contenziosi legali e contestazioni da parte degli Ordini di appartenenza”.
“Ogni giorno l’operatore sanitario si muove in una ragnatela di decreti legislativi, di leggi, di norme, di codici etici e regolamenti aziendali – afferma Simona Gori, amministratore delegato di C&P – I professionisti sanitari fanno parte di una categoria sovraesposta al controllo disciplinare e questo anche con conseguenze molto serie per la carriera. Per comprendere l’importanza di questo tema, basta pensare ai professionisti sanitari coinvolti in casi di malpractice medica e che sono spesso sottoposti a un vero e proprio fuoco incrociato: dall’apertura delle indagini penali alle richieste risarcitorie che sono molto spesso ingenti, alle domande di rivalsa proposte dalle strutture per cui lavorano, per poi arrivare agli esposti presentati agli Ordini di appartenenza”.
“Le sanzioni si stanno inasprendo – segnala Gori – anche per l’educazione continua che è obbligatoria in medicina. Un tema molto attuale in vista dell’imminente scadenza del triennio formativo, previsto per il prossimo 31 dicembre, e viste le sanzioni che sono state già annunciate. Tutto questo senza dimenticare le ripercussioni sia sulla carriera che sulla partecipazione ai concorsi pubblici”.
Nel webinar vengono offerti “consigli pratici – spiega una nota – che in modo semplice e chiaro possono indicare all’operatore sanitario quali strumenti si possono usare per tutelarsi dinanzi al proprio Ordine professionale, evitando di incorrere in possibili sanzioni e mantenendo integra la propria carriera professionale”.
“Oggi l’operatore sanitario deve organizzare una sorta di tutela anticipata della propria professione – raccomanda l’avvocato Marco Croce, partner del network C&P – Deve immediatamente tutelarsi con l’ente con cui ha il rapporto di lavoro e deve documentare con completezza tutto ciò che accade”. E siccome prevenire è meglio che curare, “è bene avere l’abitudine di conservare in maniera diligente, completa, integrale e verificabile le cartelle cliniche e la documentazione sanitaria”. L’operatore “deve cioè poter rendere conto di ciò che ha fatto sia alla struttura ordinistica che lavorativa. Se tutto si fa con contemporaneità, con presenza a se stessi, dedizione e diligenza, si entra nell’ottica di procedure standardizzate e validate di comportamento e di atti terapeutici e sanitari, che mettono al riparo da successive vicende non gradevoli”.
Infine la formazione, che può essere di aiuto anche in caso di contenzioso. “Il professionista della salute che è in grado di dimostrare di avere un curriculum idoneo in forza del proprio percorso formativo e di esibire un dossier formativo articolato, ricco, pertinente e soddisfacente – rimarca Croce – apparirà certamente più autorevole agli occhi di un magistrato o di chi è chiamato a valutare la sua professione”. Concorda Giuseppe Petrella, coordinatore scientifico del provider Sanità Informazione e presidente della Commissione Digitalizzazione e Cybersecurity del Servizio sanitario nazionale presso il ministero della Salute: “Quando vengo chiamato a svolgere delle perizie e vedo che il collega non ha fatto un adeguato percorso formativo, non sono propenso a dare valutazioni favorevoli del suo operato – dice – Un medico che non si aggiorna non può offrire quell’assistenza qualificata che un paziente merita. Aggiornarsi quindi è un dovere che permette al medico di onorare il suo giuramento, quello di curare nel miglior modo possibile le persone”.