A ottobre sia le esportazioni sia le importazioni verso i paesi extra Ue sono in diminuzione rispetto al mese precedente (-1,2% per entrambi i flussi), mentre si rileva una crescita tendenziale dell’export (+0,8%) e una forte flessione delle importazioni (-7,8%).
Lo comunica l’Istat nella stima preliminare relativa a ottobre, mese in cui l’avanzo commerciale è salito a 4.038 milioni di euro (+ 2.805 milioni a ottobre 2013), il livello più alto da gennaio 1993. Il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici è pari a 6,8 miliardi.
La diminuzione congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue, spiega l’Istat, è esclusivamente imputabile al forte decremento dei beni strumentali (-6,4%). Le vendite di tutti gli altri raggruppamenti principali di beni sono in espansione. La flessione congiunturale dell’import è determinata dalla forte contrazione dell’energia (-7,1%). Al netto dei prodotti energetici si registra infatti una contenuta crescita (+1,5%). A eccezione dei beni strumentali (-1,3%), gli acquisti di beni degli altri comparti sono in crescita, con un incremento sostenuto per i beni di consumo non durevoli (+5,2%).
Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue è positiva (+1,7%). Le vendite di energia (+10,7%), di beni strumentali (+2,7%) e di beni di consumo durevoli (+2%) sono in rilevante espansione. Dal lato dell’import, si registra una flessione (-3,6%) da ascrivere all’energia (-12,8%).
Sempre a ottobre si rileva una crescita tendenziale dell’export (+0,8%) trainata dai beni strumentali (+3,9%) e dai prodotti intermedi (+2,5%). Al netto dell’energia (-11%), le esportazioni registrano una crescita pari all’1,6%. La forte flessione tendenziale delle importazioni (-7,8%) è determinata dalla marcata contrazione degli acquisti di energia (-31,6%). Al netto della componente energetica, gli acquisti dai paesi extra Ue sono in forte espansione (+7,5%). Nel mese di ottobre 2014, i mercati di sbocco più dinamici sono Turchia (+13,1%), Stati Uniti (+9,8%) e Cina (+4,8%). Le vendite verso Giappone (-21,7%), Russia (-15,7%) e Asean (-10,6%) sono in marcata flessione. Le importazioni da paesi Opec (-29,9%) e Russia (-19,6%) sono in forte calo.