Manca Ciro, a Sarri e anche a Mancini. Senza di lui la Lazio non segna, nemmeno tira. La sua assenza si è fatta sentire anche in azzurro, Bernardeschi e Chiesa hanno provato a prendere il suo posto. Non ci sono riusciti. È questione di peso specifico, di movimenti sfiancanti, non solo di gol. Quelli in Nazionale sono arrivati a intermittenza, per questo è diventato bersaglio facile.
I due centri all’Europeo non sono bastati a farlo apprezzare, gli sono piovute addosso critiche per la differenza di rendimento tra l’azzurro e il biancoceleste. Con la Lazio è da sempre una macchina da gol, con l’Italia stenta. Ma quando non c’è si vede, come ieri sera, quando i difensori spagnoli, se si esclude l’ultimo quarto di gara, hanno dormito sonni tranquilli.
Per non parlare del campionato. Con il Bologna la Lazio senza Immobile è stata innocua, fragile, addomesticata con troppa facilità. Muriqi non può fare il lavoro di Ciro, è più un attaccante da sponda e da ultimo colpo in area. Il bomber di Torre annunziata è un fastidio continuo alle difese avversarie.
Un taglio di qua, uno scatto di là. E la difesa lo segue, a volte va in confusione. Così apre spazi ai compagni. E quasi sempre chiude lui: anche quest’anno si sta confermando uno dei migliori attaccanti del campionato, ormai non sbaglia un colpo. Forse se n’è accorto anche chi, ieri, cercava un punto riferimento lì davanti. Ora Ciro corre verso il recupero dopo l’infortunio: Sarri spera di averlo contro l’Inter, Mancini alla prossima sosta per le nazionali.