(Adnkronos) – Gabriele Marchesi per ora non raggiungerà Ilaria Salis nelle carceri dell’Ungheria. La corte d’Appello di Milano – giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera – ha infatti deciso di rinviare la decisione sulla consegna del 23enne accusato di lesioni per presunte violenze contro dei neonazisti durante una manifestazione a Budapest l’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Salis che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese, e al contempo chiede se ci siano misure alternative rispetto al mandato di arresto europeo. Per il giovane i domiciliari sono protratti massimo fino al 18 maggio.
Nel provvedimento della corte, articolato e pieno di riferimenti a norme europee e internazionali, si “pospone la decisione sulla richiesta di esecuzione del mandato di arresto europeo” e si richiede – tramite il ministero della Giustizia – all’Ungheria “di stabilire se siano applicabili altri strumenti di cooperazione giudiziaria in materia penale diversi dal mandato di arresto europeo (Mae) atti a garantire l’esercizio dell’azione penale da parte sua gli atti istruttori a ciò necessari, e a soddisfare le esigenze cautelari”.
La decisione si fonda su un delicato equilibrio tra il diritto di Marchesi a vedersi riconosciuti i diritti fondamentali in caso di detenzione, ma anche di salvaguardare tra gli Stati lo spazio comune in tema di giustizia che il Mae dovrebbe garantire.
La corte riconosce come l’indagato, ai domiciliari a Milano, abbia rispettato la misura, senza alcuna violazione, in tal senso chiede, in sintesi, all’Ungheria se questa misura non possa essere sufficiente e dunque di rinunciare alla consegna. Le parti hanno tempo fino a pochi giorni prima delle prossima udienza, in calendario il 28 marzo del 2023, per consegnare osservazioni e memorie, i domiciliari per l’indagato hanno come termine massimo il 18 maggio.