Che piaccia o meno, il destino (soprattutto economico) dell’Europa è fortemente correlato dalle politiche che animano ciascun paese membro. Lo ha ricordato stamane a Parigi Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari economici, il quale, a margine della conferenza stampa che ha avutoluogo nella sede della Commissione Ue, ha affermato che “Tra i rischi che si potrebbero materializzare entro il 2019 nell’Unione Europea, c’è quello che riguarda la governance di grandi paesi europei che è una questione complicata”. Nello specifico, Moscovici si è rivolto alla Germania, alla Spagna, e all’Italia. Il nostro Paese, ha affermato, “si prepara ad elezioni incerte, e non è chiaro quale sarà la maggioranza, quale programma europeo ne uscirà mentre la situazione economica del Paese non è ancora tra le più solide nella zona euro. Fortunato chi potrà dire quale sarà l’esito delle elezioni”. Per quel che riguarda la Spagna invece, altra incognita, il Commissario Ue agli Affari economici ha sottolineato che nella penisola iberica “il governo è minoritario e deve affrontare la crisi catalana”. In Germania infine, “aspettiamo ancora un nuovo Governo ma mi rallegro per l’accordo di principio trovato venerdì. La strada per un nuovo governo è ancora lontana ma accolgo con favore il senso di responsabilità dell’Spd. Entrare in nuova colazione non è facile per loro”. La Germania, ha tenuto a puntualizzare Moscovici, “ha bisogno di un governo stabile e l’Europa ha bisogno di una Germania ambiziosa”. Analizzando nello specifico le vaie incognite legate alla tornata elettorale, Moscovici tiene ad osservare i diversi fattori di rischio per l’Unione Europea che potrebbero materializzarsi entro il 2019: “c’è quello che riguarda la governance di grandi paesi europei che è una questione complicata”. Guardando anche più in generale, “All’Est osserviamo l’inquietante rinascita dei nazionalismi e penso in particolare alla Polonia, all’Ungheria ma anche all’Austria. Su questo punto dobbiamo essere chiari: l’ascesa al potere dell’estrema destra non può mai essere anodina e non deve essere banalizzata. Dobbiamo restare vigili e non pensare a questo tema come a un fenomeno minore”. Ma sono tante le situazioni da tenere bene sottocchio, non ultimo, “c’è la fine della negoziazione del Brexit e l’adozione o il rifiuto del budget europeo pluriennale. C’è un mondo ideale che è quello che ci farebbe arrivare ad un nuovo budget Ue ambizioso e ad un buon accordo con il Regno Unito. E’ in questo mondo lì che voglio vivere ma altri scenari esistono e sono meno favorevoli. Dobbiamo lavorare per scongiurare questi scenari negativi in modo che le elezioni europee del 2019 siano un grande appuntamento di speranza nell’Ue”. Quindi Moscovici indica inoltre “anche il rischio interno che è rappresentato, in particolare, dalla questione dello Stato di diritto in Polonia: su questa tema sarà chiaro e la Commissione Ue lo è: non possiamo sacrificare l’anima e i valori dell’Ue. Se uno Stato non rispetta lo Stato dei diritti dobbiamo dirlo”. Poi il Commissario Ue, dopo i singoli aspetti politici, è andato ad analizzare lo stato di salute economica dell’Unione: “L’Europa ha ripreso colore, la crescita economica europea è superiore al 2% e non vediamo un calo dell’andamento nel breve termine. Quindi l’Europa può contare su una crescita solida e durevole”, ha spiegato Moscovici, aggiungendo inoltre che si registra allo stesso tempo anche “una ripresa, seppur lenta, dell’occupazione” ma, di contro, si osserva però “un calo della disoccupazione”. Tuttavia promette ottimismo la situazione di bilancio dei paesi europei, “sta migliorando. Nel 2010 c’erano 23 paesi con deficit eccessivo, 17 nel 2014 e ormai sono solo due, la Francia e la Spagna. Mi auspico che nei prossimi mesi non ce ne sia neanche uno. Sono fiducioso”. E qui il Commissario Ue tiene ad osservare che “la soglia del 3% del deficit/pil non è un obiettivo, ma è un limite”. Infine Moscovici ha voluto rassicurare rispetto alla situazione ellenica: “la Grecia è stata salvata ed è saldamente attaccata alla zona euro. Il Paese è sulla via della normalità. Auspico che la Grecia torni ad essere un paese normale nel cuore della zona euro ed incontestabilmente la situazione è migliorata”.
M.