“L’Italia in questo momento, e lo dicono i numeri, è messa un po’ meglio degli altri Paesi. Ma guai a pensare che siamo fuori dal pericolo. Dobbiamo continuare con grande prudenza e cautela il percorso di riaperture iniziato dal 4 maggio e un po’ alla volta tornare alla normalità. Abbiamo ancora mesi che non sono semplici, le misure sono l’unica vera chiave in questa fase di resistenza. In tempi brevi arriveranno segnali incoraggianti sia sul piano dei vaccini che sul piano delle cure. Il punto è come reagiamo in questi mesi: più teniamo un atteggiamento coerente sulle misure, come penso ha fatto il Paese fino ad oggi, più riusciremo ad arrivare meglio al momento ‘X’ del vaccino”.
Così poco fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo nell’ambito di Frontiere, il festival della Salute’ del Gruppo editoriale Gedi-Repubblica.
“La situazione in Ue dalla metà di agosto è peggiorata in maniera abbastanza significativa – ha quindi aggiunto il ministro – In modo particolare abbiamo segnali di recrudescenza significativi dalla Spagna, dalla Francia, Olanda e Belgio. Questo significa che il virus ancora circola che abbiamo di fronte a noi mesi non facili. Io sono convinto che troveremo le soluzioni adeguate e che la scienza ci farà vincere questa battaglia. Ma ancora c’è una situazione che va gestita con la massima attenzione“.
Dal canto suo la Commissione europea, ha poi aggiunto Speranza, “ha firmato un accordo formale che prevede, chiaramente nel caso in cui la sperimentazione dovesse andare bene, la distribuzione delle prime dosi di vaccino anti Covid-19 già entro la fine di quest’anno. Nel mese di giugno – ha spiegato il ministro, abbiamo costituito un’alleanza tra Italia, Francia, Germania e Olanda, che ha portato alla prima intesa con AstaZeneca sul cosiddetto vaccino di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e il cui infialamento avverrà ad Anagni“.
Dunque, fa giustamente notare il ministro che nella ricerca e la realizzazione del vaccino anti-Covid, “c’è anche un pezzo d’Italia, e dobbiamo essere orgogliosi che il nostro Paese sia dentro fino in fondo a questa sfida. In ogni caso – ha rimarcato – non investiamo solo su questo vaccino. La Commissione europea sta chiudendo un pacchetto ‘6+1’ con le principali compagnie farmaceutiche del mondo, che sono tutte al lavoro per raggiungere l’obiettivo di uno ‘scudo’ anti-Covid”.
Riguardo alla lotta alla pandemia di coronavirus, ha inoltre tenuto a precisare Speranza, “sono due le partite fondamentali: c’è la partita dei vaccini e c’è la partita di cui si parla molto meno, ossia quella delle cure. Terapie che sono altrettanto importanti, perché se ci fossero a disposizione dell’uomo strumenti tali da evitare che una persona vada in terapia intensiva anche se ha contratto il Covid, avremmo comunque un grandissimo vantaggio”.
Quindi il ministro ha poi colto l’occasione anche per lanciare un appello: “Dico a tutti di vaccinarsi contro l’influenza perché quest’anno è ancora più importante ed ottobre è il mese giusto per iniziare. Alle Regioni è arrivato il 70% in più di dosi rispetto allo scorso anno.
Infine, su test: “stiamo lavorando per aumentare la capacita del nostro Paese di fare tamponi e siamo cresciuti molto in questi mesi. Siamo stati i primi in Europa ad usare i test antigenici rapidi negli aeroporti, e stiamo immaginando di usarli anche fuori dagli aeroporti: bisognerà usarli in maniera significativa nel prossimo periodo, e la scuola può essere una risposta importante. Stiamo sperimentando anche i test salivari”.
“L’apertura delle scuole è stato il giorno, per me, più bello. Ora dobbiamo continuare sulla linea della prudenza. Ai genitori, come lo sono io, dico che dobbiamo fidarci dei nostri medici e del nostro personale sanitario. Il messaggio deve essere no panico, no improvvisazione, no al sentito dire o no alle informazioni trovate per caso su internet, ma fidiamoci di chi fa questo mestiere”.
Max