Dopo le gravi dichiarazioni di ieri (Bombarderemo le navi italiane se sconfineranno nelle acque libiche), stamane è stata la volta di Fathi al-Majburi, uno dei vicepresidenti del Consiglio presidenziale libico, e uno dei 4 vicepresidenti proveniente dall’est del Paese. “Chiediamo al governo italiano di cessare immediatamente la violazione della sovranità libica e di rispettare i trattati internazionali”, ha affermato Majburi che, come tengono a sottolineare dalla Farnesina, non è il numero 2 di Serraj. “Il Trattato di amicizia e i protocolli d’intesa tra Libia e Italia non consentono in alcun modo questo tipo di intervento, bensì lo vietano in modo esplicito”, ha affermato ancora in merito ralla missione navale italiana, sostenendo che “Noi condanniamo il coinvolgimento del governo italiano, che si basa su una decisione individuale da parte di Fayez al-Serraj e chiediamo al governo italiano di cessare immediatamente la violazione della sovranità libica e di rispettare i trattati internazionali. Il governo Gentiloni dovrà comprendere che i rapporti tra i popoli italiano e libico sono più profondi e importanti rispetto alle relazioni con governi transitori e sono anche più importanti di una strumentalizzazione politica con l’unico obiettivo di ottenere vantaggi politici immediati aggrappandosi alla poltrona del potere”. Dichiarazioni, affermano ancora dal ministero degli Esteri italiano, rispetto alla presunta violazione della sovranità libica da parte che rientrano nella dinamica di un dibattito interno libico – che l’Italia rispetta pienamente – e non inficiano in alcun modo il rapporto di cooperazione tra i due Paesi, mirato a potenziare la lotta contro i trafficanti di esseri umani – questione di importanza capitale per entrambi – e a rafforzare al tempo stesso la sovranità libica, il tutto all’interno di una cornice giuridica certa. Si ribadisce, dunque, che le iniziative del programma a sostegno della Guardia Costiera libica saranno effettuate solo su espressa richiesta della stessa Guardia Costiera e del Governo libico.
M.