“#24milioniper Radio Radicale? Non ci stiamo! Diteci voi come utilizzereste questi soldi. Qualcuno in legge di bilancio ha riproposto, per l’ennesima volta, di finanziare Radio Radicale con milioni di euro delle tasse degli italiani: 8 milioni all’anno per tre anni. Sono 24 milioni di euro. Altri 24 milioni di euro di soldi pubblici a una radio privata, che negli anni si è già presa 250 milioni di euro di soldi delle tasche dei cittadini. Tutti i partiti sono compatti su questo tema ma in Parlamento faremo di tutto per bloccare questa porcata. Non abbiamo i numeri per bloccarla da soli? Bene, nella vita ci sono battaglie che dobbiamo essere orgogliosi di perdere. E che dobbiamo invece vergognarci di non combattere. Quindi noi questa battaglia la combattiamo. Fino in fondo”
Dopo la batosta elettorale i 5stelle si sono subito ‘allertati’ per continuare a dare un senso alla loro protesta ‘a tutto tondo’, individuando al volo nel finanziamento a Radio Radicale l’immediato nemico da combattere. A dare seguito alla ‘protesta’ apparsa sul blog pentastellato è stato lo stesso Di Maio, che poco fa ha affermato: “Sulla legge di bilancio dobbiamo sciogliere un po’ di intese, una di queste riguarda Radio Radicale. Ci sono ancora 8 milioni di euro all’anno per 3 anni a una radio che ha preso già 250 milioni di euro di fondi dallo Stato. C’è l’intesa sulle partite Iva, sul regime forfettario. Sul tema di Radio Radicale, anche 8 milioni di euro all’anno… ma diamoli ai terremotati, alle persone colpite dal sisma”.
Onestamente il tema è abbastanza complesso e delicato anche perché, senza ombra di dubbio, Radio Radicale per moltissimi anni (soprattutto in quelli ‘più oscuri’), è stata una preziosa e valida fonte d’ informazioni rispetto ad una ‘verità’ altrimenti ‘filtrata’. Tanto è che, come dimostra per l’appunto questa sua straordinaria longevità, in virtù della sua ‘trasversalità’, ciascun schieramento politico non ne ha mai contestato l’attività. Dunque ‘staccare’ la spina all’informazione, negare ai cittadini la precisa cronaca dell’attività parlamentare in primis, non sarebbe sicuramente una scelta felice. Oltretutto, in termini economici, volendo tagliare nel nostro Paese non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Alle affermazioni di Di Maio ha subito replicato Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa, il quale ha affermato “Il lupo grillino non ha perso né il pelo né il vizio. L’attacco a Radio Radicale è un attacco alla libertà d’informazione, soprattutto se informazione libera e senza censura come quella di un vero servizio pubblico come Radio Radicale. Il M5S – ha proseguito Della Vedova – è quello che è sempre stato, una forza eversiva della liberaldemocrazia. Pd e Italia Viva stronchino sul nascere questa discussione liberticida”.
Anche Roberto Rampi, senatore Pd, ha voluto replicare al leader M5s commentando che “Le dichiarazioni di Di Maio su Radio Radicale sono vergognose. I temi vanno affrontati con serietà e non si mischiano temi come quelli del diritto alla conoscenza e del pluralismo dell’informazione a quelli della vita e della sofferenza di persone come i terremotati che non possono e non devono ogni volta essere strumentalizzate in modo becero per pura propaganda politica di fazione. Il ministro Di Maio – ha aggiunto il senatore dem – ha molte questioni importanti di cui occuparsi e a cui farebbe bene dedicarsi interamente, lasciando a chi ha le competenze seguire altri temi”.
“Radio Radicale per me fa un servizio ai cittadini e forse sarà che non sono giovane come tanti miei colleghi, ma per la mia generazione è stata fondamentale per seguire politica e attualità“.
Le dichiarazioni ‘forti’ di Luigi Di Maio rispetto al finanziamento per Radio Radicale, inevitabilmente, ha creato imbarazzo anche all’interno dello stesso M5s. La deputata a 5stelle Doriana Sarli ha infatti tenuto a prendere le distanze da quanto affermato dal suo leader affermando che “Non condivido l’attacco Radio Capitale. Comunque – ha poi aggiunto – io sono per trovare soluzioni quanto più sostenibili possibile per farle continuare il lavoro”.
Max