Fonte d’ispirazione e ‘grande alleata’ della sua straordinaria scrittura, Napoli è indiscutibilmente l’elemento portante della preziosa teatralità di Eduardo. Qui, semplicemente osservando il quotidiano, percependone le più sottili sfumature – in parte frutto di una genetica rodata da differenti colonizzazioni culturali – De Filippo ha affinato il suo sguardo sulle cose sulla vita, mettendo in scena frammenti di vita, anche intima, con una lucidità spesso giornalistica.
Senza stare ora a scomodare una biografia autorale a dir poco ‘generazionale’, ci soffermiamo su una commedia in particolare, su di un testo che ha avuto fortuna sia in teatro che sul grande schermo: ‘Il Sindaco del Rione Sanità’. Un racconto avvincente, per certi versi anche impietoso se letto dall’alto dove, come fossero due fiumi in piena, accanto a quello animato dal quotidiano speranzoso della gente comune e lavoratrice, virando in un cambio di socialità che passa attraverso truffatori, ladruncoli e smargiassi, scorre parallelamente un secondo corso, popolato da loschi figuri, capitani di ventura, delinquenti e assassini. Sono le due facce della stessa medaglia e, cosa ancora più straordinaria, è il perfetto equilibrio che, nonostante tutto e tutti, riesce a tenerla in piedi longitudinalmente. Perché su tutto, come se non bastasse, è infine il fato, la casualità, a fare da ago da bilancia. Una motivazione quasi esoterica, cabalistica, che è la stessa per la quale oggi vivono ‘arroccati’ intorno all’imprevedibile bocca del Vesuvio ben 4 milioni ed 800mila persone.
E nel ‘Sindaco del Rione Sanità‘ convive questa surreale schizofrenia sociale dove, ‘uno Stato nello Stato’ detta le regole ed ‘amministra’ secondo una giustizia parallela. Una situazione incredibilmente ‘attuale’, che ha spinto il geniale e lucido Mario Martone a farne un film, per altro presentato in occasione del recente Festival veneziano.
Oggi i due protagonisti della pellicola, Massimiliano Gallo e Francesco Di Leva, annunciando l’uscita nei cinema lunedì prossimo, hanno raccontato all’agenzia di stampa AdnKronos la bellissima esperienza offerta loro da Martone che, a ragione, definiscono come “un patrimonio dell’umanità, è uno che si dà totalmente. Quando ti tira in ballo in un progetto è veramente un faro, ti coinvolge e tu ne fai parte completamente”.
A proposito del testo di Eduardo i due tengono a precisare che è una storia “estremamente attuale, ambientata negli anni Cinquanta ma funziona anche oggi interpretata da 35enni, che racconta le due facce di una città complessa e sfaccettata come Napoli”.
Di Leva in particolare, che interpreta Antonio Barracano, ‘mascalzone redento’ impegnato a portare ‘ordine e giustizia’ all’interno del quartiere, tiene a precisare che “noi abbiamo reso attuale moderno il testo, ma questo è uno dei pochi testi che prendono spunto da un fatto reale, perché a Napoli c’era un personaggio che è realmente esistito e che era preso come punto di riferimento per le controversie tra le persone”.
Insomma una storia che funziona e, come gran parte di quanto messo negli anni in scena dal grande Eduardo, destinata a ‘perpetuarsi’ nel corso della nostra (in)evoluzione culturale…
Max