IL ROSATELLUM AVANZA SPEDITO NONOSTANTE LA BAGARRE IN AULA

Basta la replica del presidente Grasso (“Può essere più duro resistere che abbandonare con una fuga vigliacca”), all’accusa mossagli dal M5s Vito Crimi che gli chiede di dare le dimissioni per non rendersi “complice” dell’approvazione, con la fiducia, della legge elettorale, per spiegare il clima che imperversato quest’oggi nell’aula del Senato. Tuttavia, tra urla, minacce e spintoni, alla fine sono passati i 5 articoli delle legge elettorale sulla quale il governo aveva già dato l’ok. Tornando alle tensioni che hanno attraversato la votazione, più volte Grasso ha dovuto redarguire i senatori affinché seguissero i vari passaggi dal loro posto, anziché in piedi, aggirandosi per l’emiciclo. Alfredo D’Attorre, del Mdp, ha affermato che “Verdini diventa il dominus della maggioranza”. Ma le affermazioni più dure sono quelle giunte dalla manifestazione del Movimento 5 Stelle che ha avuto luogo al Pantheon contemporaneamente alle votazioni del Senato. Il deputato Danilo Toninelli ha urlato che “Il presidente del Senato Grasso, se non pensa alla poltrona, dovrebbe dimettersi per bloccare tutto questo”. Dal canto suo il senatore Vito Crimi attacca il presidente: “Grasso dimettiti, se hai la schiena dritta, se vuoi ancora dare un minimo di dignità al tuo ruolo di arbitro terzo. Devi dimetterti, come fece nel 1953 il presidente del Senato Paratore. Questo non è un appello ma una richiesta legittima. E’ l’unico che può fermare tutto. Gli chiediamo di non rendersi complice di questa massa di farabutti”.
M.