Joe Biden, ex vicepresidente di Barack Obama, ha vinto le primarie del partito democratico in nove dei quattordici Stati in cui si è votato nel Super Tuesday. È stato un successo al di sopra delle aspettative, che ha rilanciato la sua candidatura dopo un inizio deludente nei primi tre Stati chiamati alle urne (Iowa, New Hampshire e Nevada).
Il super martedì è stata una tappa fondamentale delle primarie del partito democratico. Hanno votato gli elettori di ben 14 Stati più le Samoa Americane. Erano in palio quasi un terzo dei delegati (1344 su un totale di 3979) da portare alla convention estiva del partito, cioè le persone che decideranno chi sarà il candidato che sfiderà il presidente repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali del prossimo novembre.
Joe Biden ha trionfato in nove Stati: Alabama, Arkansas, Minnesota, Oklahoma, Tennessee, North Carolina, Virginia e, a sorpresa, Texas e Massachusetts. Un successo nel Sud e nel Nord-Est. La vittoria di Biden in Oklahoma e Massachusetts segna la fine della campagna elettorale di Elizabeth Warren. Nata e cresciuta in Oklahoma, dal 2013 è senatrice del Massachusetts. Un fallimento che interromperà probabilmente la sua corsa alla Casa Bianca.
Bernie Sanders, senatore del Vermont e, fino a ieri, front runner del partito, è arrivato primo in Utah, Colorado, California e nel suo Vermont. Una sconfitta resa meno amara dalla vittoria californiana, Stato che mette in palio 415 delegati, il numero più alto in queste primarie. A suo sfavore ha giocato sicuramente il ritiro di Pete Buttigieg e di Amy Klobuchar e il loro endorsement a Biden dell’ultima ora.
Biden per ora in questo Super Tuesday ha conquistato 416 delegati, salendo a 465 totali e scavalcando il rivale Sanders, che ne ha presi 353 ed è salito così a 386. Per ottenere la nomination automatica i candidati dovranno ottenere la maggioranza assoluta alla convention di luglio, ovvero 1991 delegati. La Warren ha preso 36 delegati e si è fermata a quota 42.
Bloomberg ha deciso di ritirarsi e appoggiare Biden dopo un Super Tuesday deludente. Non ha ottenuto i risultati sperati dopo aver speso 409 milioni di dollari per la campagna elettorale. Il suo ritiro darà una grossa mano all’ex vice di Obama in vista delle prossime primarie del 10 marzo, data in cui voteranno altri sette Stati.
Mario Bonito