Premessi i costi eccessivi che comporta per lo Stato, ma derivati in gran parte dalla pessima gestione, e dall’atavico cinismo di migliaia di ‘furboni’ in realtà, nella sua sostanza, il Reddito di Cittadinanza rappresenta spesso l’unica fonte di sopravvivenza per centinaia di migliaia di famiglie dove, giunti alla ‘veneranda’ età (lavorativa) di 50 anni, molti padri di famiglia si trovano improvvisamente a spasso. Dunque, se ben gestito e regolamentato (certo no per giovani capaci e volenterosi), il Rdc – che piaccia o meno – è oggi l’unica forma di civile e democratica assistenza pratica.
Tuttavia queste ore, intorno a questa ‘provvidenziale’ misura sociale, è in atto una dura battaglia all’interno dell’esecutivo. Proprio in queste ore infatti, all’interno del Cdm in corso, i ministri Giorgetti (Lega), Brunetta (Forza Italia), e Bonetti (Italia Viva), continuano a fare ‘pressing’ affinché vegano apportate sensibili modifiche al testo.
Dal canto suo il ministro Patuanelli (del M5s, ideatore della misura), continua invece ad opporsi ‘strenuamente’, con l’apporto del ministro Orlando (Pd), ed anche – fortunatamente – dal più ‘ragionevole’ premier Draghi. Tanto è, a quanto pare, ‘al momento’ il Rdc sarebbe ‘salvo’, non avrebbe quindi subito tagli o modifiche.
Per onestà di informazione, stando a quanto riferito da fonti interne a Palazzo Chigi, ricordiamo che il neo dl fiscale, rifinanzierebbe il reddito di cittadinanza, attingendo: dalle risorse al reddito di emergenza (si parla di circa 90 milioni di euro); dall’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni); dall’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni); e dai congedi parentali (30 milioni).
Piuttosto, secondo quanto riferito da fonti interne, il capo del governo ha tenuto a precisare che lunedì – quando è stato fissato i prossimo Cdm – si discuterà, nell’ambito dell’atteso confronto sulla manovra, dove probabilmente saranno apportati correttivi sulle politiche attive sul lavoro. Questo perché i ‘detrattori del Rdc’ (Giorgetti, Brunetta e Bonetti), addossano alla misura la mancata spinta vantaggio dell’occupazione. Quindi (secondo un ragionamento a dir poco ‘imbecille’), perché investire risorse a vantaggio di chi poi ‘si accontenta’ e non cerca lavoro? Ma ascoltiamo commenti de diretti interessati.
Secondo Giorgetti è “Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile”. Un’affermazione evidentemente poco ‘sociale’ alla quale alcuni esponenti del M5s hanno replicato “Come spiegato dal ministro Franco al ministro Giorgetti in Cdm, i fondi per rifinanziare il reddito di cittadinanza provengono dal capitolo sovrastimati e non spesi. Siamo disposti a spiegarlo alla Lega con un disegnino“.
Impegnato in un convegno a Torino, ma debitamente informato sullo svolgimento del confronto, Matteo Salvini ha anticipato che “Il Redito di cittadina è un tema sul quale lavoreremo in Parlamento dal mese prossimo”, lasciando così intuire che la strada è ancora lunga…
Molto diretto invece il leader dei 5 DStelle, Giuseppe Conte il quale, senza troppi giri di parole è sbottato “Giù le mani dal Reddito di cittadinanza!”. Quindi ha annunciato che “Il M5S è al lavoro per migliorarlo sul lato delle politiche attive e di inserimento nel mercato del lavoro, da sempre carenti in Italia“.
Max