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Il primo ministro polacco attacca la Ue: “Non permetterò che tutti voi ci ricattiate”. La Leyen: “Situazione peggiorata”

Presa la parola, come previsto, Mateusz Morawiecki, primo ministro polacco, si è lanciato in un lungo ed articolato ‘monologo’ che ha lasciato ben poco spazio a quelli che sono i dettami e gli obiettivi comunitari. Al punto che Pedro Silva Pereira, vicepresidente del Parlamento Ue (chiamato a sostituire l’indisposto David Sassoli), è dovuto intervenire più d’una volta, sollecitando Morawiecki a chiudere il suo intervento, durato oltre trenta minuti, ben al di la dei 5 minuti previsti (più atri 5), per ciascun intervento.

Morawiecki ‘denuncia’ in Aula “La rivoluzione strisciante operata dalle istituzioni Ue…”

Poi il primo ministro polacco ha rimarcato la “rivoluzione strisciante operata dalle istituzioni Ue, sfruttando la logica del fatto compiuto, al solo scopo di espandere ‘le proprie competenze a danno degli Stati nazionali”. Allo stesso modo, Morawiecki ha anche suggerito che la Corte di Giustizia dell’Ue “istituisca una sezione di cui dovrebbero far parte giudici costituzionali nazionali”, così da facilitare “il dialogo tra la Corte di Lussemburgo e le singole Corti Costituzionali”.

Morawiecki: “La Polonia non si lascerà intimidire, vogliamo un dialogo chiaro”

Ed in tutto ciò, ha aggiunto ancora, “La Polonia non si lascerà intimidire, vogliamo un dialogo chiaro. C’è spazio per il dialogo tra noi, ma non consentiremo mai che ci siano diktat nei confronti degli Stati membri. Abbiamo molto in comune, ma ci sono differenze tra noi: dobbiamo concordare che esistono delle differenze“.

Morawiecki: “Non permetterò che politici Ue ricattino la Polonia, non rimarremo in silenzio”

Dunque, ha ribattuto Morawiecki, ”Rigettiamo il linguaggio delle minacce e del fatto compiuto. Non permetterò che politici Ue ricattino la Polonia: il ricatto non deve essere un mezzo per le politiche condotte nei confronti di uno Stato membro. Siamo un Paese fiero: abbiamo una delle storie più antiche come Stato e come democrazia. Nel 1939 abbiamo combattuto il Terzo Reich e nel 1991 Solidarnosc ha combattuto contro un altro sistema totalitario”. Infine, ha poi concluso, “Non rimarremo in silenzio mentre il nostro Paese viene attaccato in modo parziale, anche in quest’Aula“.

Il vicepresidente Ue: “L’integrazione europea è la nostra scelta, il nostro posto, non vogliamo andare altrove”

Nell’ambito del lungo ‘soliloquio’ il polacco, sebbene conscio della forzatura, ha anche ribattuto al richiamo del vicepresidente, affermano indispettito: “Sto arrivando alla fine ma non mi disturbi, per cortesia”. Terminato l’intervento, il vicepresidente del Parlamento Ue ha colto l’occasione per ‘spiegare’: “Noterà che sono stato estremamente flessibile, ma il rispetto del tempo di parola è anche un modo per mostrare rispetto per quest’Aula e per la democrazia europea. L’integrazione europea è la nostra scelta, il nostro destino. L’Europa è il nostro posto, non vogliamo andare da nessun’altra parte” dunque, ha concluso, ”Lunga vita all’Europa, il posto migliore che ci sia sotto il sole”.

Siegfried Muresan (Ppe): “Nel momento in cui è entrato nel Parlamento Europeo ha violato le regole”

Palesemente indispettito, l’eurodeputato del Ppe, Siegfried Muresan, ha pubblicamente accusato Morawiecki il quale, “ha violato le regole nel momento in cui è entrato nel Parlamento Europeo. Ha violato una regola, sapeva che lo stava facendo e non se ne è curato. Tutti lo hanno visto”.

Leyen: “Con la Polonia continuiamo ad avere un regolare dialogo purtroppo la situazione è peggiorata”

Dal canto suo, intervenendo nell’ambito della plenaria del Parlamento Ue, Ursula van der Leyen – presidente della Commissione Ue – dopo aver rivelato di sentirsi “profondamente preoccupata per la sentenza del Tribunale Costituzionale polacco che ha stabilito l’incompatibilità tra la Costituzione polacca e alcune parti del diritto Ue, e perché mette in dubbio le fondamenta dell’Ue”, ha inoltre tenuto ad affermare che “Con la Polonia sullo Stato di diritto continuiamo ad avere un regolare dialogo, ma purtroppo la situazione è peggiorata“.

Max

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Max Tamanti