La cifra “pagata in anticipo dalla parte ucraina farà fronte alle forniture di gas per 3-4 giorni” e se non arriveranno altri pagamenti “Gazprom sospenderà le forniture”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin precisando che “è chiaro che questo può rappresentare una minaccia al transito” del metano russo “verso l’Europa”. Putin ha comunque espresso la speranza che “non si arrivera’ a tali misure estreme e che le forniture” di metano “non saranno interrotte, ma questo – ha precisato – non dipende solo da noi ma anche” dall’Ucraina. Ieri l’ad di Gazprom, Alexiei Miller, ha affermato che a Kiev “restano solo 219 milioni di metri cubi di gas prepagato”. La decisione del governo ucraino di tagliare le forniture di gas alle zone occupate dai separatisti “puzza un po’ di genocidio”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall’agenzia Interfax. “So – ha detto Putin, citato dall’agenzia Interfax – che in quella zona vivono circa quattro milioni di persone, potete immaginare – ha proseguito – che tutta questa gente restera’ senza forniture di gas durante la stagione invernale?” Il leader del Cremlino ha poi dichiarato che nel Donbass “c’e’ gia’ la fame” e che “l’Osce ha gia’ constatato che c’e’ una catastrofe umanitaria. Se si tagliano anche le forniture di gas, di cosa si puo’ parlare? Questo – ha concluso – puzza un po’ di genocidio”. Le forze armate ucraine sostengono di non poter ancora iniziare il ritiro delle armi pesanti dal fronte perche’ i ribelli continuano a bombardare le loro postazioni. Secondo il portavoce delle truppe di Kiev, Anatoli Stelmakh, i separatisti avrebbero aperto il fuoco contro le postazioni ucraine 12 volte durante la notte.