Il 2 giugno dopo oltre un anno di pandemia ed alla luce del dibattito che ha generato sulle riforme “è un’occasione di rinascita. La pandemia è stata come una pausa nel nostro sviluppo, economico, sociale e culturale. La parziale chiusura della scuola, e i limiti inevitabili dell’insegnamento a distanza, ne sono un esempio particolarmente significativo”. Lo afferma all’Adnkronos il presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, ricordando: “pertanto, tutti noi cittadini, e non solo le istituzioni, dobbiamo cogliere l’occasione di riprendere in mano la nostra vita. E anche la nostra Costituzione: non come insieme di norme astratte ma di valori che vivono solo se e in quanto ciascuno li fa propri”.
Il presidente Coraggio sollecita: “Come in più punti prevede la Costituzione, la partecipazione attiva alla vita sociale e politica del Paese non è solo un diritto fondamentale, ma anche un dovere che non si esprime solo in occasione del voto nelle elezioni o nei referendum ma nella vita quotidiana, attraverso la partecipazione come singoli e, ancora più importante, nelle formazioni sociali di cui parla l’articolo 2 della Costituzione”.
Perché in molti paesi si festeggia la nascita dello Stato, mentre in Italia il 17 marzo non è ricordato se non nel centenario, però si celebra la Festa della Repubblica? “E’ indiscutibile l’importanza di sottolineare ogni anno la nascita del nuovo Stato repubblicano e della sua Costituzione – risponde – Ma debbo aggiungere che trovo grave ricordare l’Unità d’Italia solo in occasione del suo centenario. Credo che la mancata celebrazione annuale di quest’evento fondamentale del nostro Paese sia stata, e sia, un grave errore”. “Il riemergere periodico di polemiche sul Risorgimento, e di come si sia arrivati all’unità d’Italia, è, io temo, anche il frutto di un’inadeguata valorizzazione della proclamazione non solo del Regno d’Italia ma dell’Italia unita”.
“Indubbiamente – afferma – festeggiare la nascita della Repubblica ha un significato storico e politico particolare. Il nostro Stato, nato sulle ceneri del fascismo e grazie alla Costituzione repubblicana, costituisce una realtà profondamente diversa rispetto, non solo agli anni bui del periodo fascista, ma anche alla democrazia liberale che quel periodo ha preceduto; una democrazia che a suo tempo aveva sicuramente rappresentato un passo avanti rispetto agli assolutismi precedenti, ma che aveva in sé grandi limiti di partecipazione delle masse. Quindi – conclude – è indiscutibile l’importanza di sottolineare ogni anno la nascita del nuovo Stato repubblicano e della sua Costituzione”. (di Roberta Lanzara)