“La sfida oggi è individuare le persone prima che arrivino in ospedale”, spiega il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, “intercettando i paucisintomatici e i positivi”. Al momento, aggiunge, “le politiche di popolazione vanno tarate sugli strumenti che possediamo”.
“Stiamo entrando in una seconda fase”
‘Azzardando’ che molto probabilmente siamo in una fase “prossima all’atteso picco”, Brusaferro anticipa che, ”In questa seconda fase, una volta che venga superata l’onda che ha portato all’impegno delle strutture ospedaliere, l’attenzione è importante a livello del territorio. La sfida è intercettare il più precocemente possibile i paucisintomatici e i sintomatici“, aggiunge.
“Il modello Vo’ è l’ideale, ma sono altri numeri”
“Fin dall’inizio l’indicazione era quella di tracciare i contatti. Il modello di Vo’ euganeo, dove sono stati eseguiti i test su tutta la popolazione, è molto interessante, prezioso dal punto di vista epidemiologico. Ma è relativo a una popolazione numericamente limitata”. Purtroppo, aggiunge ancora il presidente dell’Iss, occorre però “tener conto del tema della disponibilità relativamente limitata dei test, anche se in un prossimo futuro – assicura Brusaferro – grazie alle tecnologie che si stanno sviluppando, potremmo immaginare di avere strumenti più numerosi e rapidi dal punto di vista diagnostico. Una parte ospedaliera, che è entrata in difficoltà”.
Max