Il terzo giorno degli Stati generali di Villa Pamphili, intitolato all’economia – strizzando ovviamente l’occhio alle confederazioni – ha avuto come tema centrale il mondo del lavoro, il commercio e l’artigianato.
Ed il premier ha aperto annunciando che “Sta per arrivare questo Recovery Fund. Quindi siamo chiamati ad elaborare, nell’ambito di questo piano di rilancio, un più specifico Recovery plan italiano. Ovviamente nell’ambito di questo, dove c’è tutta l’azione di governo di rilancio. All’interno di questo andremo ad individuare e presenteremo a settembre un piano specifico di Recovery italiano”. Sulla tempistica del Recovery – esagerata rispetto all’emergenza – ci sarà poi modo di discuterne, per ora atteniamoci alle ‘vere’ novità di oggi.
Conte: “Attrezzatevi per i pagamenti elettronici”
Poi Conte è entrato nel ‘vivo’ della questione, un ‘vecchio pallino’ che sta tanto a cuore ai nostri istitutori: il controllo capillare dei portafogli degli italiani anche perché, chi ‘deve evadere’ (in quanto non censito) continuerà a farlo tranquillamente. ”Tenete conto che ovviamente dovremo selezionare alcuni investimenti specifici che entreranno in questo progetto finanziato dall’Europa. Anche lì c’è la possibilità per evitare aggravi per esempio dei commercianti per quanto riguarda i pagamenti digitali. Cioè abbiamo la possibilità di chiedere investimenti per la strumentazione”.
Conte: “Dobbiamo agevolare l’uso del ‘cashless’”
Quindi, come detto, il governo sta facendo di tutto per imporre il ‘cashless’, fermo restando che – almeno al momento – non essendo obbligatorio non può certo essere preteso o, peggio, punire chi non vi aderisce.
Infatti il premier spiega che “possiamo chiedere investimenti per favorire una transizione dolce e gentile verso questo piano di pagamenti digitali. Non vogliamo quindi penalizzare nessuno. Piuttosto incentivi quindi ai pagamenti digitali che penalizzazioni nel caso in cui non ci si adegui ai pagamenti digitali. E’ questa la filosofia del governo. In questo ci piacerebbe, con tutte le difficoltà che dobbiamo scontare, che voi foste pienamente partecipi di questo patto“.
“L’economia sommersa alimenta la pressione fiscale”
Questo perché la convinzione è che “l’economia sommersa non solo sottrae ingenti risorse finanziarie al circuito legale, e ci costringe tutti a subire una più elevata pressione fiscale, ma costituisce anche un serio ostacolo alla modernizzazione del Paese”. Tesi relative, non sono certo questi gli ‘escamotage’ che giustificano ben più sostanziosi ammanchi all’erario, quanti quelli degli evasori che, lo ribadiamo, nella maggior parte dei casi risiedono fra i ‘nullatenenti’ (all’occorrenza prendono anche il reddito di cittadinanza!), avendo intestato tutto a prestanome attraverso il noto sistema a scatole cinesi delle cooperative.
Conte: “Un Paese più equo passa per il digitale”
Ma Conte insiste: “Anche da un’Italia più digitale passa la strada per un Paese più equo. Oggi prosegue il confronto con i rappresentanti delle forze produttive del Paese. Abbiamo scelto di iniziare dai rappresentanti del commercio, dell’artigianato, della piccola e media impresa, del terziario e della distribuzione: settori che stanno soffrendo particolarmente gli effetti di questa emergenza. Forse quelli che sono più colpiti perché vivete quotidianamente le difficoltà attuali della fase di ripartenza delle attività economiche. Quindi non solo la fase più acuta del lockdown ma gli effetti ancora li state misurando. Gli ultimi dati Istat relativi al commercio al dettaglio ci restituiscono un’immagine molto preoccupante, un quadro che segnala ad aprile 2020 le vendite al dettaglio diminuite del 10,5% rispetto a marzo, e a determinare il forte calo sono soprattutto le vendite dei beni non alimentari. Nel trimestre febbraio-aprile, il calo complessivo è del 15,8%: si tratta di variazioni negative che abbiamo difficilmente sperimentato negli ultimi decenni”. Dunque, come se non bastasse, ora chiedete loro anche di ‘investire’ in apparecchi e sistemi di pagamento digitale?…
Max