“Siamo pastori dello stesso popolo di Dio. Ecco perché dobbiamo cercare vie di pace, per cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può diventare il chierichetto di Putin“. Queste le parole di Papa Francesco riportate dal Corriere della Sera, dopo il colloquio avuto tra il Pontefice e alcuni giornalisti del quotidiano italiano.
Nello stesso colloquio Bergoglio per la prima volta citava direttamente Putin additandolo come fautore dall’aggressione all’Ucraina. Dichiarazioni che hanno fatto il giro del mondo e che hanno portato alla replica dura della chiesa russa. Attraverso un lungo comunicato scrive oggi il servizio di comunicazione per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha riportato la posizione della chiesa ortodossa russa.
“È deplorevole – si legge – che un mese e mezzo dopo il colloquio con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questo colloquio. È improbabile che tali dichiarazioni possano contribuire all’instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento”.
Continua la nota del Patriarcato di Mosca: “Cosa ha detto concretamente il Patriarca durante il colloquio con Papa Francesco il 16 marzo: ‘La ringrazio per l’opportunità di organizzare questo colloquio. Quando ci siamo incontrati a Cuba nel 2016, Le ho detto che ci siamo incontrati in un momento giusto e in un posto giusto. E sebbene ora il nostro colloquio avvenga tramite mezzi di comunicazione a distanza, sono convinto che stiamo parlando di nuovo in un momento giusto. Con il Suo permesso, vorrei condividere con Lei la mia visione della situazione difficile che viviamo attualmente. Certo, viviamo in campi informativi diversi: i media occidentali non hanno parlato o quasi di alcuni fatti sui quali vorrei attirare la Sua attenzione’”.
E ancora: “Inoltre il Patriarca Kirill ha ricordato che alla fine dell’era sovietica, la Russia fu rassicurata che la NATO non si sarebbe spostata di un centimetro ad est. Tuttavia, questa promessa è stata infranta, e perfino alcune delle ex repubbliche baltiche sovietiche hanno aderito alla NATO. Di conseguenza, si è sviluppata una situazione molto pericolosa: i confini della NATO si trovano a 130 chilometri da San Pietroburgo, il tempo di volo dei missili è di pochi minuti. Se l’Ucraina fosse ammessa alla NATO, anche il tempo di volo per Mosca sarebbe di alcuni minuti. La Russia non poteva e non può permettere che ciò avvenga. Certo, questa situazione mi ferisce profondamente. Il mio gregge si trova su entrambi i lati del conflitto, sono in maggioranza persone ortodosse. Una parte appartiene anche al Suo gregge. Pertanto, vorrei, astraendo la componente geopolitica, sollevare la questione di come noi e come le nostre Chiese possono influenzare lo stato delle cose? Come possiamo contribuire alla pacificazione con un unico obiettivo: raggiungere il rafforzamento della pace e della giustizia? È molto importante nelle condizioni attuali evitare un’ulteriore escalation’”, scrive il Patriarcato di Mosca.