Il Papa ringrazia i giovani: ’Sessualità non è tabù’

Papa Francesco ringrazia tutti coloro che denunciano gli abusi ed incita alla reazione contro la chiusura verso i migranti, rivolgendosi soprattutto ai giovani. Questi i toni del discorso di Papa Bergoglio durante l’esortazione “Christus vivit” del 25 marzo, pubblicata in questa giornata. Nove capitoli in tutto articolati in quasi trecento paragrafi, per un documento in cui il Pontefice si rivolge alle menti giovani, sotto l’influsso e l’ispirazione derivante dal Sinodo celebrato nello scorso mese di ottobre.

Papa Francesco: “Grazie a tutte le vittime degli abusi”

È proprio sugli abusi arrecati ai minori che Papa Francesco pone il centro dell’esortazione Christus Vivit, esprimendo una particolare gratitudine per chi denuncia. Il Papa si mostra poi sollevato affermando che i sacerdoti colpevoli di questi “orribili crimini non sono la maggioranza, che invece è costituita da chi porta avanti un ministero fedele e generoso”. E si rivolge direttamente ai giovani per infonder loro coraggio per fare il passo della denuncia, quando un ministro di Dio sembra andare incontro al peccato.  “I nostri peccati sono davanti agli occhi di tutti, ma la Chiesa non ha paura di mostrare i peccati dei suoi membri. Ricordiamoci però che non si abbandona la Madre quando è ferita”. Momento difficile per la Chiesa in cui sono proprio i giovani a rappresentare un’occasione per “una riforma di portata epocale, per aprirsi a una nuova Pentecoste”. Nel documento c’è poi spazio anche per i temi legati ai flussi migratori. Francesco parla dei migranti come paradigma dell’epoca: “In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su sé stessi, a cui occorre reagire con decisione”, dichiara Bergoglio. “La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema”,