Abdullah Kurdi, il padre del piccolo Aylan, è arrivato stamani a Kobane per seppellire la famiglia, morta nel naufragio al largo della costa turca di Bodrum nella notte di mercoledì. L’uomo è giunto nella martoriata città curdo-siriana attraverso la frontiera turca di Suruc, accompagnato da alcuni deputati turchi dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e del filo-curdo Hdp, tra cui Dilek Ocalan, la nipote del leader in prigione del Pkk. ’’Quando la barca si è rovesciata, ho preso mia moglie e i miei bambini tra le braccia ma mi sono accorto che erano morti’’. Parla piano per la commozione, con voce flebile Abdullah Kurdi. Abdullah ha 40 anni, viene dalla Siria e in mare ha perso anche Galip, 5 anni, e la moglie. Uscendo dall’obitorio a Yerkesik town, nella provincia turca di Mugla, racconta gli ultimi momenti della sua drammatica disavventura: ’’Siamo scesi da una barca e un’ora dopo siamo saliti su un’altra dove c’era un uomo turco. Noi eravamo in 12 e la barca era stracarica. Eravamo in mare da pochissimi minuti ma le onde erano alte, l’uomo che guidava la barca ha sterzato e noi siamo andati a sbattere. Lui è andato nel panico e si è gettato in mare, scappando. Ma le onde erano altissime e la barca si è capovolta’’. Parla di Aylan e dell’altro figlio morto in mare, e lo fa come tutti i padri: ’’I miei bambini erano i più bei bambini del mondo, meravigliosi. Mi svegliavano la mattina perché giocassi con loro. Ora non ci sono più’’. ’’Adesso tutto quello che voglio è stare seduto accanto alla tomba di mia moglie e dei miei figli’’. Il padre di Aylan chiede di tornare a Kobane a seppellire la famiglia.