Dopo la ‘trovata’ (sapendo che non avrebbe influenzato l’esito), di disertare l’Aula in occasione del voto al Dl Aiuti, sul M5s – a ragione – si è abbattuto un uragano. Questo anche alla luce del precedente incontro ‘chiarificatore’ fra il premier e Conte, con quest’ultimo che ha lasciato nelle mani di Draghi una serie di ‘richieste’, così da dare un segno del ruolo che il M5s esercita in seno alla maggioranza. Tuttavia l’atteggiamento di Conte non è piaciuto granché allo stesso presidente del Consiglio il quale, in conferenza stampa, pur ribadendo l’importanza dei pentastellati nell’ambito dell’esecutivo, ha tenuto però a rimarcare che ‘non accetta ultimatum’.
Il voto M5s in Senato: oggi 5 ore di Consiglio nazionale M5S per decidere quale atteggiamento adottare domani
E quale sarebbe l’ultimatum? Presto detto: il voto al Dl Aiuti in Senato. Viste le premesse infatti, tutti si aspettano che a Palazzo Madama il M5s possa replicare l’atteggiamento tenuto in Parlamento. Oggi però è andato in scena Consiglio nazionale M5S, 5 ore di dibattito serrato, sicuramente improntato sull’atteggiamento da adottare domani.
Il voto M5s in Senato: per i grillini ‘pesa’ l’onta dell’inceneritore nella Capitale, ma Conte sentirà Draghi
Ovviamente al termine del serrato vertice le bocche sono tutte cucite anche se, ‘qualcuno’ paventa una probabile chiamata fra Conte e Draghi, un’ipotesi che potrebbe indurre a pensare che forse è in atto un ‘ripensamento’. C’è comunque da dire che, stamane, prima che iniziasse il consiglio, la sensazione predominante era scandita dal ‘facciamo vedere chi siamo’, poi ‘forse’ Conte (che secondo altri di buon’ora aveva a sua volta già parlato con ‘qualcuno’ a Palazzo Chigi), potrebbe aver ammorbidito gli umori. Anche perché in realtà, dietro tutto questo, pesa la questione dell’inceneritore nella Capitale, una norma che il Movimento vede come il fumo negli occhi.
Il voto M5s in Senato: al momento non c’è nulla di deciso. E Conte ora incontrerà i senatori
Come sempre però, l’immancabile ‘uccellino’ che si è trovato a svolazzare proprio nel bel mezzo del Consiglio M5s, ha assicurato che in realtà rispetto al voto di domani in Senato, non c’è nulla di certo: “Ci stiamo confrontando, è ancora presto per dire che lasceremo l’Aula. La possibilità c’è ma stiamo soppesando le possibili conseguenze, perché i timori e i dubbi ci sono“. Ora Conte se la vedrà ‘personalmente’ con i senatori del suo Movimento tra i quali, soltanto una decina hanno rimarcato di essere per una ‘linea durissima’. Dunque, se tanto ci da tanto, al momento la linea dell’astensione è quella maggiormente gettonata. Solo che, sull’altro piatto della bilancia poggia il prosieguo de governo…
Max