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Il latte fresco fa male ai produttori romani: “Materie prime aumentano, non rientriamo con i costi”

Ancor più nel rituale della colazione mattutina, da sempre il latte rappresenta l’alimento più consumato dagli italiani.

Una preziosa fonte proteica, e non solo, che se gli adulti diluiscono con il caffè, il te, o il succo di frutta, per i bambini – culturalmente – con il miele o nel frullato, rappresenta la panacea di tutti i mali.

Poi, è risaputo, il latte rafforza le ossa no?

Caro latte: il ‘fresco’ si vende ad 1.70 ma ai produttori un litro viene pagato 38/41 centesimi

Eppure, dietro questa ancestrale forma di sostentamento alimentare, si cela una complicata e lunga filiera che, partendo dalle mammelle della mucca, alle nostre tavole, oggi passa soprattutto attraverso la tecnologia.

Questo per motivare quell’euro e 70 centesimi che mediamente paghiamo per un litro di latte fresco sugli scaffali dei supermercati.

Il problema è, che per far quadrare i costi dell’industrializzazione, si continua a limare a svantaggio dei produttori, ai quali un litro viene pagato fra i 38 ed i 41 centesimi.

Caro latte: l’aumento delle materie prime incide enormemente sull’intero settore zootecnico

Ma gestire oggi gli animali, fra mangime, costi veterinari, macchine per la raccolta e, soprattutto, l’energia elettrica che consente tutto ciò, produce costi che continuano a lievitare senza particolari agevolazioni.

Senza contare poi l’incognita dell’export da paesi meno ricchi (ed anche meno controllati), che finiscono per inceppare l’indotto, a svantaggio dei produttori locali.

Oggi infatti la sproporzione fra spesa e guadagno pesa sull’intero settore zootecnico, e sempre più produttori – specie per quanto riguarda il latte fresco – faticano enormemente a far quadrare i conti.

Caro latte, la Cia di Roma: “Chiediamo alla Regione Lazio sostegni e meno burocrazia i finanziamenti”

Come lamenta giustamente Riccardo Millozzi, presidente della Confederazione Agricoltori Italiani di Roma: “Il costo del latte fresco è rimasto invariato, ma dall’inizio dell’anno sono però aumentate le materie prime. Parliamo del 3,5% di energia elettrica, del 10% dei mangimi e del 7- 8 % il costo del gasolio agricolo”.

Dunque, per quanto si cerchi di riequilibrare i conti sacrificando il margine dei profitti, i produttori romani sono ormai giunti al limite.

Così, ‘forzando’ con le proteste, come rimarca ancora il responsabile della Cia di Roma, “Chiediamo alla Regione Lazio sostegni immediati da destinare esclusivamente ai produttori, ed occorre semplificare anche la burocrazia per accedere ai finanziamenti”.

Caro latte, urge una campagna di sensibilizzazione sui vantaggi del consumo di quello fresco

Infine, cosa non da poco, anche per la nostra salute, viene inoltre richiesta un’adeguata campagna di comunicazione a favore del latte fresco le cui virtù, come abbiamo detto, sono anche salutari.

Del resto, sarebbe paradossale pensare di rinforzare le nostre ossa a dispetto di quanti che, per assicurarcene il consumo, invece le ossa se le spezzano…

Max

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Max Tamanti