Il giovane favoloso, la straordinaria figura di Giacomo Leopardi nel film di Mario Martone – di Gabriele Rossi

Giacomo Leopardi, poeta, filosofo, patriota, è uno dei personaggi più illustri della storia della letteratura italiana e mondiale. Una figura controversa e complicata, il suo mondo era la sua biblioteca e ciò che vedeva dalla sua finestra, ma nonostante le ristrettezze spaziali, la mente del giovane di Recanati ha accarezzato il cosmo e l’infinito, racchiudendo nel suo pensiero l’intero esistenzialismo umano. È il personaggio che Mario Martone tenta di rappresentare nel suo lavoro Il giovane favoloso, in cui ripercorre la vita del grande poeta dall’infanzia alla morte, affrontando le figure che hanno influenzato di più la sua poetica e il suo pensiero, piacevolissima sorpresa alla settantunesima mostra del cinema di Venezia, dove era in concorso per il Leone d’oro. Il regista napoletano ha dedicato parte della sua carriera cinematografica ad esaltare le figure che hanno reso famoso il nostro paese nel mondo, si ricorda, per esempio, Morte di un matematico napoletano, 1992. L’ultimo lavoro di Martone risale al 2010, Noi credevamo, film che racconta la storia dell’Italia risorgimentale tratto dal romanzo omonimo di Anna Banti. Giacomo Leopardi è interpretato da un meraviglioso Elio Germano che ne ha fatta di strada, da Ci hai rotto papà, film del 1993 , passando per Romanzo criminale, Che ne sarà di noi e L’ultima ruota del carro, fino ad arrivare al personaggio più eccentrico e complesso della sua carriera. L’attore romano si esibisce in una prestazione sublime, esprimendo tutta l’umana angoscia e il terribile sentimento di inquietudine del poeta, creando un’empatia palpabile in sala tra gli spettatori. Non solo, dunque, poesia. Passioni irrefrenabili, sentimenti sinceri portati alla luce da uno sguardo, una parola, un gesto di uno dei più talentuosi attori italiani, affiancato da un’intensa Isabella Ragonese, nel ruolo di Paolina Leopardi, sorella del poeta. Leopardi è stato studiato, è stato criticato, amato, odiato da tutti. Chiunque sia entrato in contatto con la poesia di Leopardi è stato emotivamente turbato o estasiato e il film è la sensibilità del collettivo messa in atto dalla soggettività di Mario Martone, che tenta di far innamorare ancora una volta l’Italia e forse il mondo intero del poeta italiano. L’immortalità delle parole che hanno reso grande l’arte italiana alla portata di tutti. Ove per poco il cor non si spaura.