Home ATTUALITÀ Il dolore degli studenti del prof morto: “Gli saremo sempre grati”

    Il dolore degli studenti del prof morto: “Gli saremo sempre grati”

    (dall’inviata Elvira Terranova) – “Gli saremo per sempre immensamente grati”. Gli occhi sono lucidi. Le parole fanno fatica ad uscire. Oggi è la giornata del dolore al liceo ‘Ugo Foscolo’ di Canicattì, grosso centro dell’agrigentino, dove ha lavorato fino a tre anni fa il professor Pietro Carmina, una delle sette vittime dell’esplosione di Ravanusa. Per quarant’anni il docente ha insegnato filosofia. E oggi è stato ricordato a scuola con le sue stesse parole. Quelle scritte dal docente prima di andare in pensione. Lette dagli studenti, con fatica. Perché la tristezza ha presso spesso il sopravvento. “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha – aveva scritto il professore, parole lette oggi dagli studenti – non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non “adattatevi”, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente”. 

    Gli ex colleghi piangono e non nascondono la tristezza. Tutti ricordano la sua voglia di vivere, di insegnare, ma soprattutto il suo grande amore per la moglie. E in tanti ricordano le sue parole: “Ai miei ragazzi, di ieri e di oggi. Ho appena chiuso il registro di classe. Per l’ultima volta. In attesa che la campanella liberatoria li faccia sciamare verso le vacanze, mi ritrovo a guardare i ragazzi che ho davanti. E, come in un fantasioso caleidoscopio, dietro i loro volti ne scorgo altri, tantissimi, centinaia, tutti quelli che ho incrociato in questi ultimi miei 43 anni”. 

    “È il Prof che ti rimane nel cuore tutta la vita, che torni a trovare a scuola tutte le volte che torni a casa – racconta Irene Lo Bue che non nasconde la sua commozione – Il Prof che continua ad essere tuo amico quando sei adulta. Che ha segnato la tua strada. Il Prof che faceva filosofia ascoltandoti e trovando le parole per arrivare a degli adolescenti che pensavano di avere mille problemi. Che ti ha insegnato, che ha riso e giocato con te. Il Prof con cui oggi avresti parlato di questa tragedia e avrebbe trovato le parole per provare a dare un senso a tutto questo. Con Lei la vita era più facile. Il Prof come dovrebbero essere tutti gli insegnanti. Noi abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di incontrarLa sulla nostra strada carissimo Prof. Pietro Carmina ma adesso il cuore è a pezzi… Buon volo, saluta il nostro Lillo”.  

    Centinaia di ex studenti oggi visitano la sua pagina di Facebook. “Col pensiero ci ritroviamo seduti ai banchi del liceo, assistendo ad una sua lezione (che fosse storia o filosofa erano tutte coinvolgenti quando era Lei a parlare). No, non serviva questo incidente a dimostrare il successo ottenuto nel lavoro che ha diligentemente svolto fino alla fine. Questo penso e spero lo sapeva – scrive uno di loro -I prossimi anni li avrebbe dedicati a Sè stesso (con piacere ho appreso la notizia dell’uscita del suo libro) ed ai tuoi cari. Come società abbiamo tacitamente accettato che gli anni della pensione siano i nostri anni di libertà. E provo una gran rabbia che per alcuni attimi Lei abbia perso la libertà di vivere”.  

    “Qualsiasi studente nella vita dovrebbe avere la fortuna di incontrare un professore del tuo stesso spessore. Io ho avuto questo onore. Immensamente grata”, scrive oggi Mariachiara Ferro. Era il giugno del 2018, quando Pietro Carmina ha lasciato la sua scuola per andare in pensione. “Ho appena chiuso il registro di classe. Per l’ultima volta.In attesa che la campanella liberatoria li faccia sciamare verso le vacanze, mi ritrovo a guardare i ragazzi che ho davanti – scrisse -E, come in un fantasioso caleidoscopio, dietro i loro volti ne scorgo altri, tantissimi, centinaia, tutti quelli che ho incrociato in questi ultimi miei 43 anni. Di parecchi rammento tutto, anche i sorrisi, le battute, i gesti di disappunto, il modo di giustificarsi, di confidarsi, di comunicare gioie e dolori, di altri, molti in verità, solo il viso o il nome”. 

    Lo ricorda anche Francesco Pira, un docente universitario, che lo conosceva da anni. “L’ultima volta ci siamo visti a Sambuca di Sicilia dove abbiamo ritirato il Premio Internazionale Navarro. Apprendo con dispiacere della morte del professor Pietro Carmina e della moglie nel tragico crollo della palazzina di Ravanusa – dice – Lo conoscevo da tantissimi anni. Il nostro primo incontro quando io ero un giovane cronista sportivo e lui un Dirigente del Ravanusa Calcio. Il mondo della cultura perde un autorevole esponente. I miei senti menti di cordoglio alle famiglie delle vittime di questa assurda tragedia”.