Che all’interno dell’esecutivo non siano tutte rose e fiori, come vorrebbero invece far credere, è abbastanza evidente. Oltretutto, tornati in possesso del pallone dopo averlo affidato al comitato degli esperti scientifici, ora che la politica sta ritrovando la sua dimensione, il governo tende a chiudersi in un ‘catenaccio’. Oltretutto, l’atteso ‘Dl Aprile’ molto probabilmente sarà nuovamente posticipato (divenendo di fatto ‘di Maggio), e sono ancora tanti sono i nodi ancora da sciogliere.
Intanto, si è saputo oggi che, la relazione relativa allo scostamento del bilancio (attesa dal parere del parlamento), lunedì non sarà dibattuta nel previsto Cdm ma, spiegano da palazzo Chigi, andrà invece ad affiancare la discussone del Def.
Un’altra ‘nuova’ misura che sta creando notevoli problemi, specie al Mef, è il neo reddito di emergenza, rivolto ai lavoratori saltuari, come colf e badanti ma, soprattutto (anche se non esplicitamente affermato) anche a quanti costretti a lavorare in nero. A quanto sembra sarebbe stato finalmente trovato un ‘accordo’ che lo livella al Rdc: circa 500 euro.
Al centro della discussione anche gli indennizzi: giustamente il ministero dell’Economia ha pensato ad una ‘sospensione’ delle tasse mentre, come al solito, i pentastellati sono più propensi a ricorrere ai ‘contanti’, spiegando che si tratterebbe di “Soldi freschi nelle tasche degli imprenditori, che sapranno come spenderli al meglio”. Un concetto in qualche modo condiviso anche da Italia Viva.
Altro nodo, i fondi europei regionali, bocciati in primis proprio dalle Regioni, che – in piena emergenza – non tollerano proprio ora ‘prelievi’. Una ‘sorpresaccia’ che tradita in euro significa un ‘ammanco’ di ben 7 miliardi.
Insomma una fase di ‘invisibile stallo’ che produce inevitabilmente “sconcerto e preoccupazione a nome del Paese, delle famiglie e degli imprenditori”, afferma la Lega. Del resto è innegabile l’andamento lento con il quale il governo sta procedendo, a fronte di un’emergenza che sta angustiando – non poco – famiglie ed imprese, che attendono invece il giusto sostena per ripartire. In parole poche, troppi rinvii, esitazioni…
Visto dalla prospettiva dell’opposizione – e non solo – il quadro è abbastanza chiaro: ”Ad oggi gli italiani (e i parlamentari) non conoscono nemmeno la quantità di soldi veri che verrà stanziata, e il voto che avrebbe dovuto svolgersi mercoledì prossimo in Senato sullo scostamento di bilancio è rinviato di altri giorni. Eppure era stato lo stesso Conte, lo scorso 23 marzo alla Camera, ad annunciare ufficialmente che nel decreto aprile sarebbero entrate tutte le misure e i soldi che non avevano trovato posto nel Cura Italia, che ha dato solo qualche mancia a imprese e famiglie. Al solito chiacchiere, come per i lavoratori in Cassa Integrazione cui era stato promesso un aiuto entro il 15 aprile, e per le imprese che continuano ad aspettare soldi che non arrivano. Mentre il resto del mondo, dalla Francia alla Svizzera, dalla Germania alla Gran Bretagna, dagli Usa al Giappone – fanno notare dalla Lega – ha già consegnato migliaia di euro ad ogni famiglia e ad ogni impresa”.
Max