Dunque il discusso Ddl Zan arriverà nell’Aula di Palazzo Madama il13 luglio dopo che, nelle ore precedenti, il Senato ha bocciato il rinvio del testo al 22 luglio, come richiesto invece da Lega e Forza Italia. Il No ha toccato anche Fratelli d’Italia che aveva chiesto di non portare in Aula la legge. Una decisione che collima con tanti precedentemente espresso da M5s-Pd-Italia Viva e Leu.
In proposito, a chiusura degli interventi che si sono susseguiti, sul tema, dopo gli interventi dei senatori, la presidente Casellati aveva chiesto una ulteriore riflessione, visto che “al di là di quanto chiesto da Fratelli d’Italia, le altre forze politiche si differenziavano per la richiesta di portare in Aula il testo con una settimana di differenza”.
Una decisione, che via Twitter il segretario del Pd ha commentato: “Calendarizzato il Ddl Zan. Quindi vuol dire che #iVotiCiSono. Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo”.
In precedenza, era stata registrata la fumata nera al tavolo dei capigruppo, senza accordo sulle modifiche proposte dal relatore Andrea Ostellari, il quale ha ribattuto che “Continuerò a fare il presidente, senza farmi tirare dalla giacca da nessuno, vogliono andare in Aula? Si assumeranno la loro responsabilità. Ho fatto una proposta di sintesi che aveva raccolto l’ok di Lega, Fi, autonomie, Iv, l’assoluta maggioranza del tavolo, ma si è voluto fare altro, noi eravamo per il dialogo, qualcuno ha detto di no“.
Dal canto suo la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi (al tavolo sul testo insieme ai capigruppo del Senato), ha tenuto a spiegare che “Noi non abbiamo voluto forzare, avremmo avuto i mezzi, noi chiediamo un percorso ordinato per la legge Zan, non possiamo certo dare in questa sede via libera a articoli che snaturano la legge“.
Max