IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO E’ ANCORA ALTO MA CON UNA MANOVRA RIGIDA PUO’ MIGLIORARE

    Nel 2016 il debito pubblico italiano “era al 132% del Pil, confermando quindi che sono stati fatti progressi insufficienti verso il rispetto del criterio del debito in quell’anno. Guardando avanti, prevediamo che il rapporto debito/Pil dell’Italia si stabilizzi nel 2017 e cali leggermente, al 130,8% nel 2018. Ci sono rischi inerenti alle previsioni per il 2018, connessi a prospettive di crescita nominale peggiori del previsto, ricavi più bassi dalle privatizzazioni e la prevista registrazione statistica delle operazioni di sostegno al settore bancario, come pure un grande stock rimanente di debiti commerciali arretrati della Pubblica amministrazione. Complessivamente, le sfide sulla sostenibilità per l’Italia restano alte nel medio termine. Malgrado il fatto che l’Italia non ha rispettato il criterio del debito nel 2015 la Commissione ha concluso, dopo aver esaminato tutti i fattori rilevanti, che una procedura per deficit eccessivo fondata sul debito non dovesse essere aperta, a patto che l’Italia assicurasse un complessivo rispetto dei requisiti del braccio preventivo (del patto di stabilità, ndr) nel 2016”. Così, attraverso una lettera indirizzata “alle autorità italiane”, circa l’entità del debito pubblico, che “rimane elevato, costituendo quindi motivo di preoccupazione”, Valdis Dombrovskis (vicepresidente della Commissione europea), e Pierre Moscovici (commissario agli Affari economici), “hanno avvisato che la Commissione intende riesaminare il rispetto dell’Italia dell’obiettivo di riduzione del debito nella primavera del 2018”. A riferirlo è stata la stessa Commissione europea, nell’ambito dell’approvazione del pacchetto di autunno del semestre europeo, da parte del collegio dei commissari. Come commentano dal Mef, “Dombrovskis e Moscovici chiedono al governo di spiegare alcuni aspetti delle misure di bilancio adottate per il 2017 e per il 2018. Il governo è fiducioso che attraverso il dialogo costruttivo con la Commissione potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessità di ricorrere ad ulteriori interventi. La Commissione europea apprezza i risultati del processo di consolidamento dei conti pubblici messo in atto dal governo negli ultimi anni e per il 2018 riconosce la misura dello 0,3% per l’aggiustamento strutturale del bilancio”. Come ha tenuto a precisare Dombrovskis, “Oggi forniamo le opinioni sui documenti programmatici di bilancio ed esortiamo gli Stati membri che rischiano di non rispettare il patto di stabilità a prendere le misure necessarie a correggere il loro percorso di bilancio. Moscovici e io abbiamo appena inviato una lettera al ministro Padoan, in cui sottolineiamo che l’adozione delle sue misure chiave senza alcun annacquamento è cruciale. Manovra che deve essere attuata rigidamente, per realizzare uno sforzo strutturale pari almeno allo 0,3% del Pil”. Con il suo tono notoriamente conciliante, Pierre Moscovici ha aggiunto che “La Commissione europea non è mai qui per porre dei problemi o per additare dei colpevoli, ma per trovare soluzioni nel dialogo. E un buon dialogo si fonda sui fatti”. Semplificando dal Mef hanno quindi spiegato che “Dombrovskis e Moscovici chiedono al governo di spiegare alcuni aspetti delle misure di bilancio adottate per il 2017 e per il 2018. Il governo è fiducioso che attraverso il dialogo costruttivo con la Commissione potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessità di ricorrere ad ulteriori interventi. La Commissione europea apprezza i risultati del processo di consolidamento dei conti pubblici messo in atto dal governo negli ultimi anni – concordano le fonti – e per il 2018 riconosce la misura dello 0,3% per l’aggiustamento strutturale del bilancio”.
    M.