In un altro articolo, raccontando delle ennesime minacce alle quali ci ha ormai abituati dall’inizio del conflitto il vice vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitri Medvedev, spieghiamo anche che, al pari di Biden le cui frasi ugualmente ‘impulsive’ (ricorderete quelle tipo ‘Putin macellaio, od assassino”), vengono poi smentite dalla stessa Casa Bianca, allo stesso modo il Cremlino, evidentemente ‘rassegnato’ alle uscite di Medvedev, nemmeno commenta più. Anzi, a dire il vero, ogni qualvolta che il vice presidente s’inventa una nuova minaccia, poco dopo da Mosca si leva sempre qualche frase o proposito ‘rasserenante’.
Guarda caso anche oggi, che Medvedev ha promesso la “terza guerra mondiale se la Nato mette piede in Crimea” (per altro cosa al momento assai improbabile), poco fa Dmitry Peskov (nella foto), portavoce del Cremlino, ha invece affermato che “Le ostilità in Ucraina potrebbero terminare entro oggi se solo Kiev ordinasse ai nazionalisti di deporre le armi”.
Una dichiarazione d’effetto, anche perché pronunciata ufficialmente. Certo, vista la situazione è ovvio che si tratti di una richiesta che difficilmente verrà presa in considerazione da Kiev, ma il suo ‘effetto positivo’ lo fa.
In realtà la ‘proposta’ formulata da Peskov, segue quanto affermato dal presidente ucraino Zelensky, secondo cui la guerra finirà entro l’inverno. Dal canto suo la Russia ha anche chiesto all’Ucraina di “rispondere positivamente alle richieste della Russia” perché, ha aggiunto Peskov, “Il resto sono solo speculazioni del Presidente“.
Intanto fa sorridere l’iniziativa di Mosca che, d’accordo con il ministero degli Esteri, ha reso noto di aver vietato l’ingresso in Russia sia alla moglie (Jill), che alla figlia (Ashley) del presidente americano Joe Biden.
Ingresso esteso anche allo stesso Biden, ed anche al segretario di Stato, Antony Blinken, così come altre centinaia di parlamentari statunitensi, già da tempo presenti nella ‘black list’ del Cremlino.
Max