‘Passata la bufera’, come accade, si iniziano a ‘tirare le somme’. Nello specifico, in riferimento al numero complessivo delle vittime da coronavirus nel Paese, dopo i ‘primi sospetti’ circa un’incidenza poi non così ‘catastrofica’ come si pensava, a fare luce ci ha pensato stamane Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, intervenendo in audizione in Commissione Politiche Ue nell’ambito dell’esame congiunto del ‘Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – Un’Unione più ambiziosa’, a sua volta inserito nel ‘Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione’, e nella ‘Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2020’.
Ebbene, ha affermato il responsabile dell’Istituto di Ricerca, “L’effetto Covid ha determinato circa 40 mila morti in più rispetto alle attese di mortalità degli anni precedenti“. ma, attenzione, “non si tratta di una crescita di mortalità enorme se vogliamo essere sinceri perché, nel 2015, l’aumento dei morti è stato di 50 mila unità rispetto all’anno prima e nel ’56 l’aumento rispetto al ’55 e al ’57 l’aumento è stato di 50 mila”.
Dunque, ha quindi precisato ancora Blangiardo, “si tratta di una dimensione che è già successo in passato ma quello che è drammatico è la distribuzione territoriale. La metà dell’aumento della mortalità è stato assorbito da 5-6 province, tra cui Bergamo, Cremona, Torino, ed Aosta che hanno avuto situazioni particolarmente drammatiche”.
Max