Si fa sempre più cupo il quadro del Sistema sanitario nazionale. Le ultime preoccupanti notizie arrivano dal taglio delle pensioni dei medici previsto in manovra. Ad onor del vero, come poi chiarito, si è trattato di un’ipotesi poi diventata remota, ma che ha fatto comunque discutere.
E mentre i sindacati di categoria denunciano le conseguenze per i lavoratori, l’associazione Codici punta l’attenzione su quelle per i cittadini.
“La stretta sulle pensioni dei medici sembra sia destinata a cambiare – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo dovrebbe evitare la corsa ai pensionamenti che avrebbe inferto l’ennesimo duro colpo ad un Sistema sanitario nazionale sempre più in difficoltà”.
Come tiene infatti a commentare il Segretario, “Ogni anno, secondo i dati dei sindacati di categoria, vanno in pensione circa 4mila medici. Con i tagli alle pensioni, ci sarebbe stata un’uscita di circa 6mila tra medici e dirigenti sanitari. Tutto questo si ripercuote sui cittadini. La carenza di personale è cronica, se ne parla da anni. Ad oggi si registra un deficit di circa 15mila unità. Numeri che certificano la crisi della sanità pubblica”.
Ma non solo, incalza ancora Giacomelli, “Il definanziamento continuo non garantisce la tutela della salute e lo testimoniano le continue segnalazioni di inefficienze da parte dei pazienti, dalle ore trascorse al Pronto Soccorso aspettando la visita allo scandalo delle liste di attesa. Senza dimenticare poi il tema tragico della malasanità, nonostante i tentativi di minimizzare o, addirittura, negare. Se non si inverte la rotta – conclude quindi il responsabile del Codici – la tutela della salute dei cittadini diventerà un diritto astratto, riportato nella Costituzione ma che non trova spazio nella realtà”.
Max