Il profilo perfetto di una vittima di violenza è stato delineato ieri, in una seduta del Consiglio delle Marche, dedicata al tema della violenza sulle donne: età compresa tra i 34 e i 53 anni, italiana, sposata, lavoratrice, con titolo di studio e figli. I dati arrivano direttamente dallOsservatorio regionale sulle politiche sociali e dai Centri antiviolenza, presenti su ogni singolo territorio provinciale. Largomento, presentato ieri, ha aperto una profonda riflessione che prende corpo nella lunga giornata di oggi, dedicata interamente alla lotta contro la violenza sulle donne. La discussione è stata portata alla luce dai rappresentati sia della maggioranza, nella figura di Francesco Micucci (Pd), che dellopposizione, con Elena Leonardi (Fdi). Il soggetto colpevole della violenza, sempre secondo quanto emerso dai dati raccolti, sarebbe un uomo tra i 34 e 53 anni, italiano, lavoratore e con un titolo di studio. Nel 2014, solo nelle Marche, sono 422 le donne che hanno denunciato maltrattamenti e violenze. Le stesse donne hanno effettuato più di una denuncia, arrivando ad un totale di 895. Liter sembra essere sempre lo stesso: si inizia con una persecuzione psicologica, per poi arrivare ad impatti fisici, sessuali, economici e di stalking. La più diffusa forma di violenza, ad oggi, sembra essere ancora quella domestica, perpetrata da un ex o, in molti casi, addirittura dal proprio attuale coniuge o compagno. I figli sembrano aggravare questa situazione, comportando una serie di meccanismi negativi come paura, gravi conseguenze per la vita sociale e personale, ansia, calo drastico dellautostima. Oggi, 25 novembre, con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si stanzia la possibilità di poter riflettere su un allarmante fenomeno sociale che colpisce tutto il Paese. Un pensiero sul tema arriva anche da Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio Regione Marche. Lo stesso Mastrovincenzo denuncia preoccupato la situazione, definendo inammissibile che certi episodi di violenza accadano in una società che dovrebbe definirsi evoluta e, con altrettanto allarmismo, sottolinea la non-denuncia da parte delle donne o la poca attenzione che viene loro rivolta nel momento in cui riescono a farsi forza decidendo di denunciare. Il dialogo può essere considerato uno dei migliori mezzi attraverso cui far emergere il problema, ancora troppo sottovalutato, e che si sta man mano trasformando in una vera e propria piaga. Le stesse istituzioni devono collaborare, e non diventare ostacolo, alle battaglie combattute per poter fermare definitivamente quello che sta diventando, giorno dopo giorno, un dramma sociale.