Comitato scientifico a parte, per ovvi motivi, dopo un mese di ‘raccomandazioni’ e ‘direttive’ rimbalzate fra Conte e Borrelli (Protezione Civile), finalmente ‘si affaccia’ anche Domenico Arcuri, manager di Invitalia posto dal premier sulla poltrona di commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.
E come è giusto che sia, Arcuri fa il punto della situazione, ormai seguendo la strada già tracciata da altri al suo posto: “Il ‘bollettino della sofferenza’ evidenzia una parziale inversione di tendenza”, esordisce il Commissario straordinario , aggiungendo però che, comprensibilmente, “si fatica a gioire, continuiamo a registrare tanti decessi. La cruda realtà è più forte dei numeri e delle simulazioni, e nessun algoritmo può cancellare il dolore per la perdita di familiari, amici, vite umane“.
Quindi, guardando alle imminenti festività, puntuale e doverosa la raccomandazione: ”E’ fondamentale nel periodo di Pasqua, continuare a rispettare il distanziamento sociale e le misure di prevenzione. Non commettiamo errori nei prossimi giorni: saranno giornate fondamentali, dobbiamo tutti tenere sempre tutti e due gli occhi aperti“. Ed ancora, “attenti a pericolosi miraggi e illusioni ottiche. Non siamo a pochi passi dall’uscita dall’emergenza e dall’ora ‘x’ che ci riporterà, con un battito di ciglia, alla situazione di prima. E’ sbagliato immaginare un imminente ‘liberi tutti’ dove ciascuno di noi, da un giorno all’altro, torna alle vecchie abitudini”.
Quindi Arcuri è entrato nel vivo dell’emergenza, commentando la buona notizia circa il miglioramento della situazione nelle terapie intensive, questo, ha precisato, “non modifica il nostro piano di implementazione, ed anche per “le Regioni del Sud” c’è grande impegno per “implementare le dotazioni per le terapie intensive anche nel Meridione“.
Riguardo poi alle mascherine, il Commissario ha spiegato che “Oggi sono state distribuite alle Regioni 4,8 mln di mascherine, negli ultimi sette giorni 20,8 mln, nei precedenti sette giorni 20,5 mln. Ci stiamo stabilizzando su distribuzioni sufficienti e in tempi assai rapidi, del tutto ragionevoli, e stimiamo che presto una quota crescente di produzione di dispositivi di protezione sarà in Italia”. Dunque, aggiunge, ”No a un insensato ottimismo, ma per quanto riguarda le forniture il peggio è alle spalle. Dopo le 620mila mascherine FFp2 distribuite ieri per i medici, presto faremo lo stesso con gli infermieri“.
Infine, riguardo all’ imminente – ed atteso – scenario del ‘via libera’, questo non ci esime però dall’obbligo di dover indossare le mascherine: “penso che tutti ci dovremo abituare, per molto tempo, a utilizzare questo dispositivo – tiene a rimarcare Arcuri – La decisione sull’obbligo delle mascherine non compete al commissario per l’emergenza. Sulla base delle decisioni del governo, di intesa con il Comitato tecnico-scientifico, mi pare superfluo sottolineare che sarà grande il nostro impegno per dare seguito, nel migliore modo possibile, alle decisioni che verranno adottate. Oggi qualsiasi decisione sul tema è del tutto prematura“. Dunque, se nella fase 2 – come è facile che sia – sarà deciso un obbligo di mascherine per tutti, osserva, ”avremo bisogno massicciamente di una produzione, ma non di mascherine Ffp2 o Ffp3 bensì dell’altro tipo di mascherine”.
Quindi il Commissario straordinario conclude spendendo qualche parola sul ‘Cura Italia’: “Sono state presentate 479 domande di incentivo Cura Italia, e sono stati approvati i primi 36 investimenti che impiegheranno 16,3 mln di euro e serviranno, in 17 casi, per ampliare unità produttive esistenti e in 19 per riconvertire unità produttive esistenti”.
Max