A dire il vero, a scatenare il putiferio è stata la presenza di un palco non autorizzato dalla Sovrintendenza statale, che ha reso pubblica questa situazione grazie ad una lettera in cui afferma di non aver mai dato il via libera per il palco nei pressi dell’Anfiteatro. Il primo cittadino nonostante questo veto ha comunque deciso di andare avanti nonostante tutto: “non vogliamo sentire storie”, dice Alemanno. Per la Sovrintendenza la struttura a ridosso delle arcate del Colosseo e dell’ingresso dei visitatori risulta in contrasto con gli accordi intercorsi in merito alla sicurezza dell’area esterna all’Anfiteatro, generando una situazione di gravissimo disagio e rischio per il pubblico”. Secondo il sindaco invece “bisogna manifestare al Colosseo, spegnendolo, per dare solidarietà ai nostri marò. Con tutto il rispetto per il Ministero della Cultura andiamo avanti e non vogliamo sentire storie. Non c’è alcun palco ma una piccola pedana di 30-40 centimetri, tuona Alemanno, e quindi non c’è alcuna copertura del Colosseo che, comunque è fuori dalla fascia di rispetto. Ci dispiace non aver potuto fare tutte le procedure ma c’era un’urgenza”. Una polemica legata dunque a lungaggini burocratiche, colte al volo anche da Cittadinanzattiva che ha già preparato un esposto.