Come scriviamo in un altro articolo, sollecitato dal patriarca Kirill, il presidente Putin si è deciso a fissare il cessate il fuoco per i due giorni del Natale ortodosso, 6 e 7 gennaio.
Una notizia tutto sommato positiva che, si spera, possa suonare come ‘un precedente’ nell’ambito della costruzione di un tavolo negoziale al quale aspirano tutti.
Putin firma la ‘tregua natalizia’, Podolyak replica: “Noi no uccidiamo i civili nei territori stranieri”
Tuttavia, sul fronte ucraino il gesto del presidente russo non sembra aver suscitato la benché minima positività. Anzi, alla notizia della tregua russa, il consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak (nella foto), ha infatti riposto abbastanza piccato sostenendo che, “Primo, l’Ucraina non attacca il territorio straniero e non uccide i civili, come fa la Federazione russa. L’Ucraina distrugge solo i membri dell’esercito di occupazione sul suo territorio. Secondo, la Russia deve lasciare i territori occupati, solo allora ci sarà una ‘tregua temporanea’“.
Gerashenko: “Ogni cessate il fuoco sarà possibile solo dopo che la Russia avrà lasciato il territorio dell’Ucraina”
Inoltre, ha commentato il consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, Anton Gerashenko, “Il cessate il fuoco è un segno che Putin e il suo esercito stanno diventando più deboli“. Dunque, secondo l’esperto “Putin vuole sfruttare ogni pausa per evitare la distruzione del suo esercito e dei suoi armamenti. Ogni tregua o cessate il fuoco sono possibili solo dopo che la Russia avrà lasciato completamente il territorio dell’Ucraina, Crimea compresa”.
Quindi, ha poi concluso Gerashenko “Sono possibili negoziati solo sui temi delle riparazioni dei danni provocati all’Ucraina e dei risarcimenti per le decine di migliaia di vittime“.
Max