Si parla sempre molto spesso di cervelli in fuga, specie in Italia. Cè chi ha trovato fortuna e successo allEstero, ma vi sono anche casi in cui qualcuno è riuscito ad eccedere in patria. Questo dice la classifica stilata dalla rivista di tecnologia dellIstituto di Tecnologia del Massachusetts, Mit, che racchiude i più giovani talenti nel campo dellinnovazione, compaiono i nomi di due italiani. Una tradizione , quella della classifica, che si ripete da diciannove anni, con la Technology Review che scova gli scienziati più promettenti in tutta Europa. La prima italiana si chiama Francesca Santoro, ha 32 anni e lavora presso il centro dellIstituto Italiano di tecnologia a Napoli ed ha ottenuto il premio del “Mit Innovators Under35 Europe” per il progetto del cerotto fotovoltaico che rigenera la pelle, rendendo più veloce il processo della guarigione delle ferite; il secondo ricercatore tricolore è Francesco Gatto, bioscienziato di 30 anni, la cui biopsia liquida centrata sul metabolismo può prevedere unaccelerazione nellevoluzione di diversi tipi di tumore e garantire trattamenti specifici. Da sei anni lavora ed è anche ricercatore in Svezia. Francesca Santoro ha espresso la sua felicità: “Ricevere questo premio è il sogno di ogni ricercatore: sono emozionatissima ed essere la prima italiana a riceverlo mi fa sentire ancora più fiera. Il premio conseguito è segno che “in Italia si può fare buona ricerca ed è una occasione per dare un po di risalto alle persone che tornano e non parlare solo di cervelli in fuga”. Questultimo, ha detto la Santoro, è forse la cosa che mi “rende più felice”. Per la ricercatrice napoletana “pensare che il mio progetto sia stato considerato da una giuria di fama internazionale meritevole per i futuri risvolti positivi nellambito medicale è una grande soddisfazione e rappresenta ulteriore motivazione a proseguire con grinta in questa direzione”. Francesca nasce a Napoli 32 anni fa e si laurea presso luniversità Federico II in ingegneria biomedica. La ricercatrice, dopo aver lavorato per 3 anni allestero presso la Stanford University, è ritornata a casa a luglio dellanno scorso per lavorare allIIt, dove è coordinatrice di un gruppo internazionale che conduce ricerche nel campo della bio-elettronica. Da queste ricerche è affiorata lidea del cerotto fotovoltaico 3D, un dispositivo indossabile usa-e-getta, poco costoso e flessibile, che permette di stimolare la rigenerazione delle aree lacerate della pelle, incrementando il processo della guarigione delle ferite. “E un progetto di ricerca di base – ha osservato Santoro – nato per dimostrare se è possibile usare la conversione dei raggi solari in energia per accelerare la guarigione, soprattutto delle ustioni”.