Continua a riscuotere pubbliche adesioni dai suoi, il ’l’accorato’ serrate i ranghi lanciato dal segretario dimissionario del pd. Oggi a ’rispondere’ all’appello via Facebook è stato il ministro della Giustizia: “È stata una mossa brillante dal punto di vista comunicativo spostare il dibattito interno del Pd sul tema delle alleanze, anzi sullalleanza con i 5stelle, oscurando così il tema del risultato elettorale. La discussione tuttavia mostra la corda – scrive Andrea Orlando – La maggioranza, tutta, esclude questa ipotesi. Quindi quasi il 70% del Pd. Larea politica che mi ha sostenuto al congresso ha escluso la possibilità di un governo con i 5 stelle, così come con il Centrodestra, quindi si aggiunge un ulteriore 20% del Pd. In modo chiaro per questa prospettiva si è pronunciato Michele Emiliano che ha ottenuto al congresso il 10%. Il conto è presto fatto. Il 90% del gruppo dirigente del Pd è contrario ad unalleanza con il M5s. Oggi unavveduta dirigente come la Presidente della Regione Umbria, una regione un tempo definita rossa, nella quale (certo non per colpa sua) il Pd non ha conquistato un solo collegio uninominale – osserva ancora il ministro – sente il bisogno di chiedere un referendum su questo tema. Il referendum nel Pd non serve. Il referendum sul Pd cè già stato. Siamo al 18%. Un solo punto sopra la lega di Salvini. Alla direzione dobbiamo parlare di questo, delle ragioni profonde di questa disfatta elettorale”.
M.