Il “Fight Club” compie 15 anni – di Giuliano Zezza

Dalla regia di David Fincher e la sceneggiatura di Jim Uhls esordisce in tutte le sale cinematografiche, il 29 ottobre 1999, “Fight Club”. Il film fu una fedele riproduzione del romanzo di Chuck Palahniuk. La pellicola fu prodotta dalla Twenty Century Fox. Inizialmente il film fu un flop, ma dal 2008 fu inserito al decimo posto nel ranking de “500 Greatest Movies of All Time”.

Il  protagonista è assicuratore stressato (Edward Norton) che  si sente incompleto e sbandato da una vita che non ha mai capito o non ha mai avuto il coraggio di capire veramente. Questa sua irrequietezza lo porta all’insonnia : “ con l’insonnia nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia.” Il riassunto della sua personalità potrebbe essere: un uomo che non ha mai fatto la scelta sbagliata, non hai mai rischiato e non ha mai vissuto davvero. La sua sofferenza verrà apparentemente placata dalla frequentazione di malati terminali che gli faranno veramente capire cos’è la sofferenza. Entra a far parte della sua sfera emotiva, per caso, una donna senza autostima e nessuno al suo fianco, Marla Singer, lei viveva la sua vita giorno per giorno dicendo che sarebbe potuta morire da un momento all’altro, “ ma la tragedia, diceva ,era che non succedeva mai ”. La psicosi del protagonista lo porta ad entrare realmente in contatto con il suo alter ego a tal punto di riuscirlo a vedere, creandone una persona vera e propria , che, ovviamente, riesce a vedere solo lui: Tyler Durden (Brad Pitt).

Il capitalismo e ciò che di sbagliato ne consegue è il messaggio veicolato dal film. “Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie”. La politica del film va in contrasto con il consumismo ed il materialismo attuali, cercando di elevare l’uomo a qualcosa di più del mero apparire, sottolineando l’importanza dell’essere e non dell’avere.

Chuck Palahniuk ha annunciato il sequel che non sarà un romanzo ma un fumetto a puntate, precisamente 10, per mano di Cameron Stewart  pubblicato dalla Dark Horse Comics.