(Adnkronos) – Salgono i tassi di interesse, cresce il costo del denaro e aumentano i profitti per le banche. Le decisioni della Bce in Europa, così come quelle della Fed negli Stati Uniti, oltre che per le tasche di chi ha sottoscritto un mutuo, hanno conseguenze anche per i bilanci degli istituti di credito. Stanno guadagnando di più e continueranno esponenzialmente a guadagnare di più nei prossimi mesi.
Il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha recentemente ammesso: “L’aumento dei tassi sta catapultando in avanti le performance delle banche, il 2022 sarà il miglior anno mai avuto da tanto tempo”. E ha anche aggiunto una valutazione sostanziale: “Non è giusto, c’è una guerra, ma è una constatazione”. Si parla per questo di extraprofitti, così come avviene da tempo per il settore dell’energia, guardando ai bilanci delle grandi aziende.
Nel caso delle banche, gli effetti del rialzo dei tassi si propagano. Si sommeranno le conseguenze dell’allargamento degli spread, con il tasso Euribor a 3 mesi, che è il principale indicatore dei prestiti bancari in Europa, passato nel corso del terzo trimestre 2022 da -0,191% a +1,193%: sono 138 punti base, un incremento enorme. E non finisce qui. Perché a ottobre la Bce alzerà ancora i tassi e a dicembre dovrebbe arrivare anche il quarto rialzo dell’anno. Questo trend ancora non si vede sui bilanci delle banche italiane ma si vedrà, e con evidenza, nei prossimi trimestri.
C’è però una domanda che va posta. Se è fisiologico che le banche ottengano un beneficio dall’aumento dei tassi di interesse, è necessario chiedersi cosa sia successo negli ultimi otto anni. La Bce ha concesso una montagna di denaro a tassi negativi, per immettere liquidità nel sistema e non far chiudere i rubinetti del credito. La remunerazione per le banche è arrivata lo stesso, perché a crescere sono state le commissioni e le spese di gestione del risparmio. E’ per questo che si può parlare oggi, e in prospettiva, di extraprofitti. Perché i costi per i clienti che si sono alzati negli ultimi anni restano quelli e si somma l’effetto fisiologico del rialzo dei tassi.