Non osiamo immaginare quale ‘giro di soldi’ ruoti in questi giorni intorno ai tamponi se, come spiega il provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie innovative in ambito sanitario e farmaceutico, Iqvia, nel solo mese di novembre – dunque un periodo non ancora ‘acceso’ come oggi – gli italiani hanno speso qualcosa di 30 milioni di euro per i tamponi rapidi in farmacia.
Come dicevamo, già il mese scorso – spiegano anta dall’Iqvia – le farmacie italiane hanno complessivamente trattato circa un milione di tamponi. Un trend spaventoso, quest’anno cresciuto a dismisura.
Ad esempio, lo scorso gennaio – riferisce ancora Iqvia – sono stati venduti 148mila tamponi antigenici in farmacia; a settembre, prima dell’obbligo del certificato verde obbligatorio erano 586mila per un totale di 17,7 milioni di euro. Tuttavia, come dicevamo, mentre con l’introduzione del Green pass a ottobre il numero è salito a 844mila, per raggiungere, a novembre, quota 1.058.000 unità per un valore di quasi 30 milioni di euro.
Riguardo alla regione che, per l’appunto a novembre ha venduto più tamponi nelle farmacie, è stato il Piemonte, con un totale di 8,18 milioni di euro. Seguono poi la Sicilia (4,13 milioni di euro), la Campania (3,94 milioni di euro), ed Lazio con un valore di 3,25 milioni di euro.
Diversamente da come si era indotti a pensare, non è risultata essere la Lombardia la regione con il maggior numero di tamponi venduti, perché qui l’acquisto è andato perlopiù a vantaggio di quelli antigenici (per 1,75 milioni di euro). Infatti, come chiarisce il report stilato dall’Iqvia, qui almeno il 60% delle farmacie, erogano questo tipo di servizio in Italia.
Infine, come spiega l’Amministratore delegato di Iqvia Italia, Sergio Liberatore, ”La farmacia dei servizi ha avuto una grande spinta dalla pandemia, grazie anche alla proattività dei farmacisti. Tuttavia, il solo servizio non è economicamente sostenibile per un farmacista, anche se i servizi sono importanti strumenti di fidelizzazione“.
Max