I NOSTRI 007 SI CONFRONTANO SUL TERRORISMO CHE PERMANE UNA MINACCIA CONCRETA

Non è un allarme, nel senso dell’immediatezza, ma la conferma che il nostro Paese resta un obiettivo – d ’appetibile’ – per i terroristi. Se ne è parlato stamane nell’ambito della presentazione della Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2017, stilata dai Servizi di sicurezza italiani. Dunque, viene sottolineato, “La minaccia terroristica resta attuale e concreta, non solo in ragione del ruolo di rilievo che il nostro Paese da sempre occupa nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche per la presenza sul territorio nazionale di soggetti radicalizzati o comunque esposti a processi di radicalizzazione”. Ovviamente grande attenzione è rivolta soprattutto al ruolo dei cosiddetti foreign fighters. In gran parte occidentali, soprattutto europei, questi ultimi hanno preso parte alla causa jihad, combattendo al fianco dei miliziani nei teatri di conflitto, maturando esperienza ed acquisendo notevoli capacità d’azione. A preoccupare gli 007 è il rischio legato all’effetto ’blowback’, “ovvero alla possibilità che, una volta rientrati nei Paesi d’origine, essi decidano di passare all’azione”. Come spiega infatti il focus a loro dedicato, “si è assistito, più che ad un loro ritorno di massa nei Paesi di provenienza, al loro ridispiegamento in altri teatri. È, tuttavia, possibile che aliquote di mujahidin europei cerchino di rientrare illegalmente nel Continente, servendosi per lo più di documenti falsi e sfruttando filiere parentali e reti logistiche”. Insomma, ce ne è abbastanza per poter affermare che “permane alto il livello della minaccia diffusa e puntiforme, e per ciò stesso tanto più imprevedibile”. In particolare, si guarda con grande attenzione “al pericolo rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da ’registi del terrore’”.
M.