Tra le ‘varie’ che accompagnano l’avvento della vaccinazione, anche l’idea di somministrali all’interno di specifici gazebo, a forma di fiore, un’eventualità che, che secondo l’epidemiologa delle malattie infettive (che fino al 2005 ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità), Silvia Salmaso, desta diverse perplessità. Come spiega infatti “L’arrivo dei gazebo a forma di primula per le vaccinazioni anti-Covid mi lascia perplessa. Saranno anche belli esteticamente non lo metto in dubbio, ma fare le vaccinazioni è una cosa seria e serve un ambiente adatto e con tutti i dispositivi medici del caso. Per questo esistono i centri vaccinali attrezzati. I gazebo nelle piazze di solito servono per le raccolte di firme o per iniziative di solidarietà”.
L’esperta: “Non è detto che stare tutti in casa a Natale possa davvero servire”
Riguardo poi all’attuale situazione, la Salmaso spiega che “In Italia ancora non si è esaurita la circolazione del virus, abbiamo un’incidenza di casi alta che riguarda ancora gran parte del Paese. I dati però ci dicono anche che gli anziani, la fascia più colpita dai decessi nelle ultime settimane, si contagiano in famiglia e non fuori: quindi non è detto che stare tutti dentro casa a Natale possa davvero servire“. Del resto fa notare ancora l’esperta, ”Nella prima ondata ci sono voluti due mesi di lockdown per far abbassare la curva dei contagi. Pensare che pochi giorni di serrata possono intervenire allo stesso modo è del tutto fuorviante. Sappiamo da sempre che le tre misure migliori sono: il distanziamento tra le persone, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani”.
Max