Questanno gli sconti di partenza saranno più alti della media ed i saldi invernali somiglieranno un black friday sotto casa, solo più accessibile e di maggiore durata. E in più con tutti i vantaggi del negozio tradizionale: conoscere i prodotti ed essere conosciuti dal commerciante, con cui si costruisce un rapporto di fiducia, e poter valutare toccando con mano i prodotti da acquistare. Unoccasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano linversione di tendenza dopo lennesimo anno fiacco. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese. E senza una ripresa sostenuta, il settore del commercio moda continua a soffrire: nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi, più di 6 al giorno”. Così Roberto Manzoni, presidente di Fismo Confesercenti, annunciando lavvio dei saldi, al via da oggi in Basilicata (da domani in Valle DAosta mentre, nelle altre regioni, scatteranno venerdì 5 gennaio, seguite il giorno dopo dalla Sicilia). Come rivela unapposita indagine che Confesercenti ha condotto in collaborazione con SWG, attraverso un campione di 600 commercianti e 1.500 consumatori, gli italiani (il 47%), approfitteranno delle occasioni investendo un budget di circa 150 euro a persona (con l86% intenzionato a spendere più o meno come lo scorso anno). Con i testa moda e tessili, è stato calcolato che almeno 280mila attività commerciali aderiranno alle vendite di fine stagione, proponendo mediamente sconti del 30-40%. E se un italiano su due afferma che farà acquisti in occasione dei saldi, un altro 41% prima di spendere valuterà invece le occasioni di risparmio. E mentre i commercianti affidano la speranza di poter respirare un po ai saldi, il presidente del Codacons Carlo Rienzi annuncia invece quello che a suo avviso sarà “l’ennesimo flop: Ancora una volta le vendite durante i saldi faranno registrare una contrazione spiega Rienzi – Le famiglie infatti non prevedono di effettuare grandi acquisti durante gli sconti né dedicheranno significativi budget di spesa ai saldi, al punto che solo il 40% degli italiani conta di approfittare delle vendite di fine stagione per fare qualche acquisto nei negozi. Il flop dei saldi è da attribuire a diversi fattori. Far partire gli sconti a ridosso delle festività natalizie e di Capodanno è una scelta suicida, perché i portafogli degli italiani risultano già svuotati dalle spese per regali, pranzi e cenoni; questanno poi ad influire è anche leffetto Black Friday che, grazie ai suoi 4 giorni di sconti speciali nei negozi, ha portato molti consumatori ad anticipare acquisti che avrebbero magari fatto durante i saldi. Infine a decretare la morte delle vendite di fine stagione troviamo il commercio online il quale, grazie a promozioni valide tutto lanno, attira un numero sempre crescente di cittadini”. Purtroppo quello appena passato, per i commercianti non è certo stato un anno felice. Mediamente infatti, sei negozi su dieci, rispetto allanno precedente hanno dichiarato che il loro volume di affari è sostanzialmente rimasto identico. Altalenante invece il settore della moda, con il 22% dei commercianti che ha registrato una flessione delle vendite, rispetto al 18% che ha invece dichiarato un aumento delle vendite Indubbiamente la crisi pesa e tanto. Come rivela un recente focus dellOsservatorio Confesercenti, nel 2017, rispetto allanno precedente, le imprese del settore tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e calzature sono diminuite dell1,9%, parliamo di qualcosa come 2.406 imprese. Tra le regioni che hanno maggiormente pagato con la cessazione della propria attività, il Piemonte (-3,2%), il Trentino A.A. (-3,4%), lUmbria (-4,2%) e la Valle dAosta (-6,9%). Poco meglio è andata invece nel Lazio (-1,1%) e nella Campania (-0,9%). Guardando poi alle province, chi ha sofferto seriamente la crisi è Terni, dove la diminuzione di attività commerciali ha toccato il -8,5%, seguita dalla provincia dAosta (-6,9%), Pavia (-5,2%) e Padova (-4,9%). Ma cosa hanno in cima ai loro desideri gli acquirenti? Il 28% degli intervistati opta per un nuovo paio di scarpe, il 22% i prodotti di maglieria mentre, il 14% cerca pantaloni (14%). Seguono i prodotti tessili e moda per la casa (9%), quindi giacconi, giubbotti e capispalla, nelle liste del 7% dei consumatori. Le stime provvisorie indicano uno sconto medio di partenza di per se già abbastanza alto: il 56% dei negozi ha infatti anticipato che partirà con il 30%, ed altre attività promettono invece sconti ancora più importanti, pari al 40/50% del prezzo di cartellino.
M.