Un’espansione inarrestabile che macina miliardi come fossero noccioline. Mostrano fatturati vertiginosi, creano – bene o male – posti di lavoro ma, al tempo stesso, hanno monopolizzato il mercato, goduto di ottime agevolazioni fiscali, senza poi tener conto dell’olocausto delle piccole imprese ed aziende, spazzate via come fuscelli all’arrivo di in un tornado.
Purtroppo questo comporta l’era tecnologica, con software e web a farla da padrone, in tutti i sensi. Basti pensare che, crescendo di un quarto rispetto all’anno precedente, soltanto nel 2018 – con una media di guadagni pari a 15 mln di euro al giorno – i 25 principali gruppi complessivamente in un anno hanno guadagnato qualcosa come 850 miliardi di euro! Tra questi poi svetta la bandiera americana, con Amazon, Alphabet (holding di Google), e Microsoft, che in tre rappresentano la metà dei ricavi generali, e circa 507 miliardi di euro di liquidità. Tuttavia, c’è da dire che i cinesi sono in grande recupero grazie ai numeri prodotti da colossi come Netease (+54,8%) e Alibaba (+49,1%), poi seguite da Facebook (+45,5%).
Come dicevamo, ad incentivare tale economia, il notevole contributo rappresentato dalla fiscalità agevolata che paesi come Europa, Lussemburgo ed Irlanda, ha rappresentato per loro. Ad esempio l’Area Studi di Mediobanca ha calcolato che in soli 5 anni, nelle imposte questi colossi del web hanno potuto risparmiare qualcosa come 49 miliardi di euro: Microsoft (16,5), Alphabet (11,6), e Facebook (6,3).
E’ anche vero che rispetto a così tanto lavoro corrispondono anche molti posti di lavoro, ed infatti il web commerce occupa nel mondo circa 2 milioni di persone, quando appena 5 anni fa erano la metà.
Nel nostro ‘piccolo’, le filiali italiane dei colossi del web nel 2018 hanno fatturato poco più di 2,4 miliardi di euro, e creato ben 9.800 posti di lavoro. Tra questi ovviamente si distingue Amazon, che con 4.608 dipendenti, è la maggiore fonte di occupazione fra i titani del web. Nello specifico, queste filiali italiane nel 2018 hanno portato nelle casse del fisco italiano ben 64 milioni di euro (nel 2017 sono stati 59 milioni).
Max