“Guardiamo all’Hip hop come una naturale evoluzione del linguaggio jazzistico…le radici e le premesse sono identiche. Senza smarrire l’eleganza che è propria del jazz, vogliamo riportare questo ‘linguaggio’ alla sua originale provenienza: la strada. È importante che le sonorità e i testi possano tornare a dialogare con la gente. Nel rispetto della tradizione jazz tutti i brani sono eseguiti con strumenti classici, fatta eccezione di qualche beat realizzato con dei samplers analogici. I rapper intervengono come fossero uno strumento a fiato che improvvisa in una jam session di un jazz-club di Brooklyn o di Harlem”.
In arte Bardamù, i musicisti sono due fratelli: Ginaski Wop (batteria, percussioni, sampler, voce), ed Alfonso Tramontana (pianoforte, tastiere, sintetizzatore e voce). Come amano definirsi, sono ‘cittadini del mondo’ e creano la loro musica facendosi influenzare da ogni luogo nel quale vivono. Dal 2000 hanno vissuto prima a Cuba, poi a Barcellona e Madrid. Oggi si dividono tra l’Italia, a Roma in particolare, e gli Stati Uniti, dove sono un duo apprezzatissimo nei jazz club più importanti di Manhattan. Insieme scrivono musica e testi di tutti i loro brani e li producono e registrano nel loro studio mobile per le vie della città.
Ed ora, ad ottobre, esce ‘Stray Bop‘, il nuovo album interamente composto, suonato e prodotto dal duo ‘jazz – hip hop’ in quel Brooklyn. Con la partecipazione di ospiti di spicco del panorama jazz e hip hop a livello internazionale, l’album è il manifesto di un genere di loro invenzione e chiamato, appunto, ‘Stray Bop’, ispirato al movimento artistico-sociale del BeBop anni ’40 e ad uno stile di vita ‘stray’, randagio e girovago, che attinge direttamente dalla cultura di strada.
Un progetto sicuramente interessante ‘sulla carta’ che ha acceso la nostra curiosità…
Max